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2020, l’anno del Covid… e della disinformazione.

2020, l’anno del Covid… e della disinformazione.

Per tutti il 2020 sarà l’anno del #Covid19. Per me, che per lavoro analizzo quotidianamente i Social Media e i loro contenuti, sarà anche l’anno in cui è stato possibile rilevare in maniera più evidente il livello medio di DISINFORMAZIONE degli utenti.

Infatti i due contenuti sulla pandemia che hanno registrato maggior numero di interazioni social e picco di condivisioni a livello mondiale sono legati a due NOTIZIE FALSE. Si tratta di video postati inizialmente con grandissimo successo su YouTube e poi rimossi dai moderatori dello stesso social network perchè giudicati, appunto, inaccurati o falsi dal punto di vista informativo.

Ci sono gli anti vaccinisti che sostengono che dietro il Covid ci sia una piano studiato a tavolino e chi, paladino della libertà, invita tutti a non credere ai dati e alle raccomandazioni comunicate dalle fonti ufficiali suggerendo di sentirsi liberi di affrontare la vita senza troppe limitazioni. Tesi e affermazioni piene di buchi e senza riferimenti e prove concrete ma che da molti vengono prese per buone e ricondivise senza operare quel famoso Fact Checking (verifica dei fatti) che, ormai, dovrebbero iniziare ad insegnare nelle scuole.

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In Italia sempre più Identità Digitale (ma..)

In Italia sempre più Identità Digitale (ma..)

Quando anche i miei genitori (65+) accedono ad una tecnologia ne intuisco il tasso di diffusione. Prima erano arrivati i social, poi l’ecommerce. Ora, complice l’emergenza Covid19, si sta diffondendo a livello di massa l’IDENTITÀ DIGITALE. Che sia per comodità o per necessità sistemi di identità digitale come lo SPID o la Carta d’Identità Elettronica (CID) sono la chiave abilitante per accedere da remoto ad una serie di SERVIZI contribuendo a rendere disponibili e velocizzare in sicurezza molte operazioni.

fonte: Osservatorio Digital Identity 2020

TASSO DI DIFFUSIONE

Il 26% della popolazione maggiorenne italiana (21,9% del totale) ha oggi un account SPID. Un numero discreto anche se paragonandolo al +70% di penetrazione sulla popolazione in Olanda, Svezia Norvegia intuiamo che i margini di crescita siano ampi.

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La tecnologia può sostituire il pubblico degli eventi?

La tecnologia può sostituire il pubblico degli eventi?

Qualche anno fa fantasticavo su quanto velocemente la tecnologia avrebbe permesso agli utenti di vivere le emozioni di un evento sportivo o di un concerto senza la necessità della propria presenza fisica. Visori ottici, camere 360°, ultra definizione di audio e video e altre “diavolerie” hanno reso e renderenno l’esperienza digitale sempre più realistica.

LA VITA PERÒ È STRANA (e lo scrivo in maiuscolo e grassetto): adesso mi chiedo quanto velocemente la tecnologia riuscirà (se ci riuscirà) a sostituire il valore della presenza umana all’interno di quegli eventi che, negli ultimi mesi, hanno dimostrato di non poter esistere con lo stesso impatto di prima in mancanza di una platea reale, numerosa ed animata.

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