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Smart home: in Italia mercato da 250 milioni ma non ancora maturo. #OIOT18

Smart home: in Italia mercato da 250 milioni ma non ancora maturo. #OIOT18

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#OIOT18 - Osservatorio smart home
I dati della Ricerca Smart Home 2017-18 dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano mostrano una crescita del +35% del mercato che passa dai 185 milioni del 2016 a 250 milioni di euro di valore nel 2017.
Cosa si acquista di più?
Videocamere e kit legati alla sicurezza, caldaie e termostati e grandi elettrodomestici (in particolare le lavatrici). In quest’ultimo caso però vale la pena citare un dato esemplificativo dello stato di maturità del settore: solo il 15% degli acquirenti utilizza effettivamente le funzionalità smart del dispositivo acquistato, per mancanza di informazione sui possibili vantaggi o per mancanza di cultura sul tema.
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Le principali barriere alla diffusione e all’utilizzo dei dispositivi di Internet of Thing per la casa riguardano: il valore dei servizi offerti, la possibilità di un’installazione semplice o inclusa e la percezione/notorietà dei brand presenti sul mercato. In quest’ultimo caso va rilevato l’assenza degli OTT quantomeno in Italia.
Dall’analisi dell’Osservatorio emerge come da una parte il consumatore vorrebbe affidarsi alle professionalità del settore, dall’altro, lato installatori, emerge una mancanza di propensione al cambiamento e la sensazione di non essere abbastanza informati sul tema.
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Anche per questo pur essendo la filiera tradizionale (installatori, architetti, costruttori edili) il principale canale di acquisto di un dispositivo IoT questo cresce in maniera meno veloce rispetto al canale dei Retailer e degli eRetailer. Sempre più consistente la presenza tra gli attori del mercato di Assicurazioni che offrono soluzioni o servizi e polizze legate all’utilizzo dei dispositivi smart in casa. Nell’ultimo anno infine si registra l’ingresso nel mercato di Telco e Utility con una prima strutturazione dell’offerta forte di alcuni punti forti propri del mercato: base clienti già attiva, presenza capillare, possibilità di rateizzazione semplice in bolletta della spesa IoT.
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Comparando il mercato italiano a quello internazionale è evidente il “ritardo” del nostro paese in questo comparto testimoniato, tra i diversi fattori, dall’assenza di uno dei dispositivi già affermati ad esempio negli USA: l’assistete vocale, attualmente ripartito nel duopolio tra Amazon e Google con Apple che si affaccerà sul mercato nel 2018.
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In sintesi per descrivere lo scenario del nostro paese in materia di Smart Home possiamo dire che, mentre oggi si parla generalmente di singolo dispositivo, domani, come ha affermato durante l’evento di presentazione dei dati Marco Landoni, Direttore Marketing di Edison Energia, si dovrà arrivare a parlare meno di tecnologia e più di vantaggi pratici legati alla stessa e di ecosistema connesso in cui le tecnologie lavorano e dialogano fra di loro (es. il ciclo di lavaggio della lavatrice parte quando il sistema di generazione di energia dai pannelli solari è al massimo). La comunicazione focalizzata sui vantaggi, le partnership tra operatori, la formazione di reti di installatori e il push legato agli investimenti di grandi operatori dovrebbe portare a salire quel gradino che ancora manca in questo comparto. L’ultima fotografia che ci tengo a condividere riguarda uno dei dati presentati da Doxa sulla conoscenza del tema Smart Home, quasi metà degli italiani (il 45%) non sa cosa sia e chi dichiara di non possedere nessun oggetto smart in casa per lo più ammette di non sentirne la necessità o non averci nemmeno mai pensato piuttosto che di non comprenderne i benefici. Tuttavia quasi un utente su 3 ammette che penserà ad un acquisto in questa direzione in futuro. È da questo che occorre partire.
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Vincenzo Dell'Olio

Nei 20 anni di esperienza nel settore della comunicazione e del markerting digitale ha ideato e seguito le strategie di grandi Aziende come Volkswagen, Audi, Parmalat, Bonomelli, Rai, Monster, Sony Mobile, Vans, Red Bull. Dal 2015 è docente per il corso di Social Media e Web TV all’Università IULM di Milano. Dal 2021 insegna Digital Content Strategy allo IED. Scrive tanto, analizza di più, non è immune dalle serie tv. Sociologo, di base.