La fine dei Social Network: riflessioni

La dichiarazione, presa così, è un po’ azzardata: “LA FINE DEI SOCIAL NETWORK”. L’analisi invece no. Consiglio a tutti di leggere l’articolo di Ian Bogost, professore e giornalista di Atlantic, pubblicato sul numero 1490 di Internazionale (9 dicembre 2022).
Non ci troverete rivelazioni clamorose e potrete essere d’accordo o meno con l’autore (io lo sono solo parzialmente) ma di certo offre una chiave per leggere criticamente il cambiamento del mondo Social. Qualcosa di cui oggi tutti gli operatori del settore avrebbero bisogno.
Bogost mette in fila informazioni di storia dei social network (partendo da Six Degrees e MySpace fino ad arrivare a TikTok e alla crisi di Twitter e Facebook), dati, etimologia di alcune parole, trend e sociologia per giungere ad alcune conclusioni interessanti.
- 💡La prima è che i “social NETWORK”, intesi come reti di contatti e conoscenze, modificandosi, hanno quasi del tutto ceduto il posto ai “social MEDIA”, intesi come flussi di contenuti.
- 💡La seconda è che le aspettative di ATTENZIONE di ogni utente sono sovra-stimate e sovra-giustificate rispetto alle motivazioni offerte e ai meriti.
- 💡La terza è che andiamo incontro ad una fase in cui il concetto di RIDIMENSIONAMENTO nell’utilizzo di questi canali sarà centrale nel dibattito pubblico.
Da due giorni mi ripeto in testa questi concetti (quelli scritti in maiuscolo). Sono temi che conosco, di cui parlo a lezione, con i clienti, con gli amici ma mi rendo conto solo ora di quanto rappresentino una sorta di spartiacque tra quello che siamo oggi e quello che di nuovo si affermerà in termini di marketing, comunicazione, pubblicità, canali e socialità. Quello a cui predisporsi.
p.s.: nello stesso numero anche un approfondimento sulla galassia TikTok e un fumetto di Zerocalcare. Meritano pure quelli.
