Instagram, i formati più diffusi e performanti.

Siamo in un momento in cui l’attenzione degli utenti social è sempre meno “esclusiva”. Un’indagine IPSOS mostra infatti quanto l’utilizzo dei social, soprattutto tra i più giovani, avvenga generalmente in concomitanza con altre attività come guardare la tv, navigare online su altri siti, ascoltare musica. In questo contesto saper scegliere i formati più ingaggianti, oltre che naturalmente popolarli con contenuti efficaci, può dare una mano nell’attirare l’attenzione.

A tutto Video
Quintly ha analizzato oltre 5,9 milioni di post di 34 mila profili business su Instagram per verificare quali fossero i formati più diffusi e quelli capaci di generare maggiore successo. I dati – confrontanti con quelli di un anno fa – mostrano come le pagine con maggior numero di follower stiano accrescendo sempre più la percentuale di contenuti Video rispetto a Foto, comunque ancora dominanti, e a Carousel.

Quella video oriented è una content strategy che sembra premiare chi può permettersela.
I video analizzati infatti hanno fatto registrare un tasso di interazione maggiore del 24% rispetto ai carousel e di addirittura del 49% rispetto alle immagini.
Instagram Stories, per molti ma non per tutti.
La diffusione delle Stories come formato di comunicazione Social ha ormai raggiunto il suo stadio di maturità ma non tutti le seguono allo stesso modo. Secondo un’indagine IPSOS dichiara di seguirle:
il 57% del totale degli utenti del canale
il 64% dell’audience femminile
il 69% tra i followers di influencer
l’87% degli appartenenti alla generazione Z (nati tra 1997 e 2012)
il 63% dei millenial (nati tra 1982 e 2000)
il 50% degli utenti tra 35 e 44 anni
il 40% dei 45-54enni
Occorre quindi distinguere e dare peso alla loro presenza a seconda che il target di comunicazione appartenga a una o all’altra fascia d’età.

Descrizioni brevi
Altro tema è quello dell’accuratezza e della lunghezza della descrizione del contenuto o della didascalia che dir si voglia. L’indagine Quintly del mese di Giugno ha mostrato come per profili con più di un milione di follower le foto senza alcuna descrizione sono quelle più ingaggianti. Per i profili con meno seguito invece una didascalia breve tra 1 e 50 battute è quella capace, in media, di attirare più interazioni. Eppure la maggior parte dei profili analizzati, il 66%, pubblica pubblica descrizioni da 150 caratteri in su. È vero che a guidare il gradimento è il contenuto visivo ma occhio a non farsi prendere dall'”amore per i lunghi discorsi”. Sintetizzate!

Emoji si o Emoji no?
Ci sono dati a conforto anche dell’utilizzo più o meno spinto delle emoji. Anche se possono sembrare, per alcuni brand, poco professionali sarebbe opportuno quantomeno valutare l’inserimento di questa tipologia di linguaggio nei propri post Instagram. Quando se ne usano più di 10, solo nell’1% dei casi del campione analizzato, le interazioni sono maggiori. In generale usarne solo una sembra attirare comunque maggior numero di azioni da parte degli utenti.

Hashtag, dipendono dal numero di Follower
Chiudiamo con gli Hashtag. Sull’utilizzo del keyword giuste, sulla tipologia di termini da utilizzare e sulla quantità le teorie si sprecano più che su ogni altro aspetto di contenuto. Sempre Quintly ci mostra attraverso i suoi dati anzitutto che l’utilizzo è molto differente in base alla dimensione del profilo analizzato. Più grande è il seguito di un profilo e meno le descrizioni vengono inghiottite in un flusso di “cancelletti” #####.

Se a un diverso volume di follower corrisponde anche un diverso utilizzo di hashtag vediamo anche come da una parte, per i profili di dimensioni ridotte, l’utilizzo di 10 o più Hashtag porti dei benefici rispetto alla strategia con un numero più contenuto di parole chiave e, dall’altra (grafico successivo) per i profili sopra i 10 milioni di follower il trend è totalmente opposto con una penalizzazione per chi eccede e un vantaggio per chi invece non utilizza affatto questo elemento a corredo delle didascalie.


Conclusioni
Riassumendo quindi: utilizzate sempre più video all’interno della vostra strategia Instagram, date il giusto peso alle stories ma avendo sempre in mente l’utilizzo che ne fa il vostro target medio, la brevità nelle descrizioni può essere un vantaggio, le emoji premiano, l’utilizzo di tanti (+10) hashtag aiutano sopratutto quando si è “piccoli”, viceversa in fase di maturità della propria audience meglio preferire didascalie più pulite possibili o non usarne affatto.
Detto ciò ricordate sempre che parliamo di elementi a contorno, utili a valorizzare quello che deve essere invece il tema centrale, ovvero il pensiero, la guida artistica e creativa dietro la produzione di foto, video e grafica per questo canale.