I Musei Italiani e le opportunità poco sfruttate della trasformazione digitale

Cosa c’entrano Arte e Cultura con la Digitalizzazione?
Risposta: molto ma ancora non abbastanza. Almeno in Italia.
Dai dati presentati durante il convegno dell’Osservatorio sull’Innovazione Digitale nei beni e nelle attività culturali del Politecnico di Milano emerge come il sistema museale e dei siti archeologici italiani, complici le limitazioni legate al Covid19, nell’ultimo anno abbia fatto un importante passo avanti in termini di digitalizzazione.
Allo stesso tempo è evidente come ancora il digitale non sia sfruttato a sufficienza per la promozione, la relazione e l’esperienza di fruizione dell’utente e sul fronte delle opportunità di monetizzazione legate ai contenuti e ai servizi online. Basti pensare, in quest’ultimo caso, che il 59% dei proventi del sistema museale del nostro paese arriva da finanziamenti pubblici o privati e solo il 41% da biglietteria o altri servizi. Questo ci aiuta a comprendere quanto il comparto presenti oggi gradi margini di crescita.

Di seguito alcuni dati salienti suddivisi in base al valore che rappresentano in termini di livello di digitalizzazione:
😀🟢 DATI POSITIVI 🟢😀
– il 95% dei musei e dei siti archeologici italiani ha un sito o almeno una pagina web all’interno di siti istituzionali

– l’83% ha almeno un account social
🤔🟡 AREE DI MIGLIORAMENTO 🟡🤔
– l’80% offre almeno un contenuto digitale come tour online, corsi, workshop o podcast. La maggior parte di questi sono gratuiti e poco evoluti rappresentando solo in parte dunque un vero passo avanti agli occhi del destinatario e un marginale valore in termini economici o anche di reale traino verso l’esperienza fisica del museo.

– il 60% dei musei ha un sito anche in lingua inglese
– il 74% ha un sito mobile friendly
– il 68% dei musei è presente su Instagram, canale più ingaggiante in assoluto eppure, al di là del presidio non ancora unanime, ancora non sfruttato a sufficienza da molte realtà. Non basta esserci.

😡🔴 DATI NEGATIVI 🔴😡
– il 39% offre servizi di online ticketing e solo il 10% dei biglietti nel 2020 è stato venduto online. Se pensiamo che ci sono musei, sia nazionali che esteri, che arrivano a vendere ben il 65% dei propri biglietti online è evidente la potenzialità non sfruttata in termini di conversione legata ad esempio alle attività di promozione digitale.

– il 44% non si avvale di esperti per la digitalizzazione. Questo dato è esemplificativo di quanto senza figure dedicate sia complicato portare avanti progetti che non siano puramente tattici.

– 3 musei su 4 non ha una strategia digitale a lungo termine. A conferma di quanto detto riguardo alla mancanza frequente di personale interno o esterno specializzato sui temi e le attività principali del digitale questo dato, più di ogni altro mostra come quello che serva implementare sia una visione maggiormente prospettica.

Essere digitali non significa avere un sito, alimentare canali social, organizzare un video call per raccontare il museo durante il lockdown. Essere digital significa:
- Pensare a contenuti ed esperienze realmente digitali, innovative e a valore aggiunto che non siano solo la trasposizione online di ciò che esiste a livello fisico ma valutino e sfruttino pienamente le opportunità offerte delle nuove tecnologie

- tracciare il visitatore all’interno di un sistema di CRM per organizzare e proporre esperienze in modo continuativo e sempre più personalizzato.

- comunicare alternando l’esperienza quotidiana al vero e proprio evento straordinario, la conoscenza e il divertimento.


(Fonte dati: Convegno Innovazione Digitale nei beni e nelle attività culturali, 25 Maggio 2021)