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[HOW TO] Come costruire un'iniziativa Virale? (Appunti, prima parte)

[HOW TO] Come costruire un'iniziativa Virale? (Appunti, prima parte)

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Negli ultimi giorni sto lavorando a un progetto di co-creazione che ha come obiettivo la generazione di un elaborato di tipo Viral (non dico di che tipo semplicemente perché ancora non è stato deciso…).
Concettualmente molti “esperti” dell’argomento mi fermerebbero già a questa terza riga spiegando che la viralità è più una speranza o una coincidenza che un’obiettivo da decidere a tavolino. Vero ma non del tutto.
Come spesso accede con i temi da approfondire basta fare una ricerca su Google (in inglese o in italiano) per imbattersi nelle più svariate ricette per conferire effetti Virali alle vostre creazioni.

Qualche esempio (per quelli che amano la bibliografia):

Moltissimi però chiariscono che le vere case history in quest’ambito arrivano da creazioni (video, immagini, notizie) quasi mai con un’intento davvero Virale.

Chi avrebbe mai pensato che un filmato come quello delle civette, Lovely Owl, avrebbe registrato più di 10 milioni di view in 4 mesi (7 nelle prime 4 settimane)? Per primo lo dichiara, Giuseppe Arnone, il creatore del video.

Ma allora se sei un brand devi rassegnarti all’impossibilità connotare in modo virale le tue iniziative di comunicazione? No, assolutamente. Ma per prima cosa, più di ogni altra regola devi prendere coscienza in modo esatto dei concetti di “disruptive”, “out of the box” o di qualunque altro termine anglosassone vogliate usare per dire: non convenzionale. In sostanza occorre andare fuori dalle regole: OSARE.
Che bella parola eh? Ogni Direttore Marketing si esalta quando si arriva a questo punto del discorso, poi davanti al draft della proposta creativa iniziano a fioccare i compromessi e i vincoli a cui sottostare e per quanti soldi di Seeding si possa voler spendere la viralità in quanto tale va a farsi benedire.

Nel prossimo post vi elencherò i 10 principali ostacoli che ogni azienda deve superare se vuole avere un prodotto Viral. Sono i primi elementi da discutere internamente altrimenti l’attività creativa che si avvia da quel momento in poi rischia di essere un mero esercizio di estro da conservare poi tra i propri migliori progetti mai realizzati.


Vincenzo Dell'Olio

Nei 20 anni di esperienza nel settore della comunicazione e del markerting digitale ha ideato e seguito le strategie di grandi Aziende come Volkswagen, Audi, Parmalat, Bonomelli, Rai, Monster, Sony Mobile, Vans, Red Bull. Dal 2015 è docente per il corso di Social Media e Web TV all’Università IULM di Milano. Dal 2021 insegna Digital Content Strategy allo IED. Scrive tanto, analizza di più, non è immune dalle serie tv. Sociologo, di base.