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La pubblicità invade Facebook

“Nostalgia canaglia…” cantavano Albano e Romina. Qui non si tratta “di una strada, di un amico o di un bar” ma a provocarla, la nostalgia, è la nostra vecchia pagina di profilo Facebook. Il salto è fatto e non si può tornare indietro. Il socialnetwork più grande del mondo ci mangia centimetri d’esistenza, nel bene e nel male. Prima l’ha fatto rubando ad altre attività il nostro tempo giornaliero e ora lo fa anche fisicamente rosicchiando centimetri ai nostri spazi personalizzabili. Da qualche giorno tutti ci siamo ritrovati con una bacheca e un’home page nuova. Non entro nel merito di centimetri e pixel redistribuiti tra le tre colonne ma basta guardare l’immagine sotto (in cui il tratteggio rosso verticale mostra le vecchie ripartizioni) per capire che ad averci perso sono la colonna a sinistra e quella centrale, le due dedicate alle proprie informazioni, mentre ad avanzare è quella a destra: quella della Pubblicità. Che strano eh!? Il censimento globale va avanti spedito, gli utenti crescono, siamo arrivati a 571,884,500 registrati in tutto il mondo (fonte Check Facebook, dicembre 2010), 17,812,800 in Italia (quasi un iscritto ogni 3 italiani). Impossibile non tenere conto di questo fattore per ragionare sull’utilizzo a scopo adv degli spazi. Se messaggio diventa più efficace, se occupa più centimetri, se entra negli spazi che l’occhio dell’utente si è inconsciamente abituato a tenere in considerazione è chiaro che l’investimento non può che diventare più appeal. Legge di mercato.

Nella nuova redistribuzione infatti vedete come i titoli e le immagini a corredo del messaggio promozionale entrino quasi completamente nello spazio in precedenza occupato dalla bacheca. Non chiedetevi perciò come mai vi caschi più spesso l’occhio sulle inserzioni.
Lato utente sicuramente un’azione intelligente può essere quella di chiudere i banner di poco interesse per sè in modo quantomeno di ricevere input meno invasivi possibili rispetto a quello che è il nostro universo di valori e di “acquisti”.
Lato aziende direi che questo è il momento più propizio per investire fortemente sull’Adv Facebook. Definizione del target in base alle preferenze e ai dati socio-demografici e ridefinizione degli spazi daranno sicuramente un buon ritorno dell’investimento.
p.s.: tengo a precisare che la citazione musicale nell’incipit non è rappresentativa delle mie abitudini d’ascolto.

Investimenti pubblicitari nel 2010 [STATS]

Scrivo poco di pubblicità ma dopo aver letto il report Nielsen 2010 sull’Advertising una parentesi mi sembra d’obbligo. Guardando la tabella che riporta il focus sugli investimenti italiani è evidente come i media siano spaccati a metà. Da una parte Internet è quello che fa registrare il tasso di crescita maggiore (12,6%), dall’altra cartacei, periodici e free press e anche in piccola parte i quotidiani, sono quelli caratterizzati dal segno meno. Vita dura per l’ufficio stampa costretto a confrontarsi con redazioni sempre più povere e/o ridotte all’osso.
Nell’anno quasi finito la tv raccoglierà il 56% del totale degli investimenti e il totale degli investimenti online si avvicinerà molto a quello dei quotidiani.
Interessante anche la crescita degli investimenti radio (che non invecchia mai) e sul Direct Mail che se da molti illuminati è stata bocciata come forma pubblicitaria da anni, da altrettanti continua a far registrare segni positivi.
Per quanto riguarda i settori commerciali mi sembra degno di nota il dato secondo cui Automotive e Abbigliamento siano gli ambiti più interessati dal cambiamento del media mix con l’introduzione sostanziosa di investimenti sui nuovi media. Infine pare che saranno Servizi e Trasporti i settori protagonisti di questo cambiamento nel 2011. Ho già pronte un paio di idee viralissime da presentare all’ATM.