fbpx

[Dati] Le App più scaricate in Italia ad Aprile 2016. Whatsapp leader ma occhio a Miitomo.

Nell’attività periodica di analisi dei trend legati alle applicazioni mobile ecco un aggiornamento alle precedenti classifiche con le app più scaricate in Italia nel mese di Gennaio 2016 (fonte App Annie).
Nell’ultimo post emergeva la stabile leadership di Whatsapp, in testa alla classifica delle app gratuite più scaricate su iOs e Android. La situazione non cambia nemmeno nella prima parte dell’anno come mostrano i grafici seguenti con la posizione in classifica giorno per giorno negli ultimi 12 mesi per ciascuno dei due sistemi operativi analizzati. Vedete come difficilmente l’app scende dal podio anche se, almeno su iOS, qualche segnale di “saturazione” e quindi rallentamento del numero dei download, sta iniziando a vedersi.

Whatsapp_trend_download_2015-2016_Android

Trend dei download di Whatsapp in Italia su Android (Fonte: App Annie Giugno 2015 – Maggio 2016)


Whatsapp_trend_download_2015-2016_iOS

Trend dei download di Whatsapp in Italia su iOS (Fonte: App Annie Giugno 2015 – Maggio 2016)


Inutile invitare tutti a una riflessione in più su come utilizzare a scopo marketing quest’app presente ormai sui dispositivi della maggior parte dei propri clienti e prospect.
Smarcata la prima posizione vediamo le altre della classifica delle app ripartita per numero assoluto di download e per redditività nel mese di Aprile 2016.
Top app aprile 2016 iOs + android
Al secondo posto c’è Facebook Messenger, sorella di WhatsApp, in tutti i sensi essendo entrambe figlie di Facebook (terzo in classifica), che rappresenta un altro canale di comunicazione con i propri clienti da considerare al pari dei più collaudati: call center, mail e fax.
Entra nella top ten Snapchat, al quarto posto, app che fino ad oggi ho personalmente considerato ancora “di nicchia” per la comunicazione dei brand ma che inizia ad avere numeri interessanti anche in Italia. Nel giro di qualche mese quindi l’investimento su questo canale potrebbe valere il ritorno generato. Iniziate a guardare le case history in merito. A conferma della diffusione del linguaggio Visual peculiare di Snapchat con le varie modifiche a foto e video troviamo al quinto posto MSQRD, app di Facebook che riprende le funzioni di foto e video ritocco native di Snapchat.
Oltre alla conferma di Instagram e Shpock espressioni ulteriori del successo dei canali Social e dell’emergere del mobile Commerce segnalo la “classica” rotazione dei giochi con new entry come Slither.io, una sorta di Snake 2.0 (lo dico per i nostalgici dei Nokia 3210).
Interessante la decima posizione occupata da Miitomo, l’app di Nintendo, che è una via di mezzo, tra una chat e un gioco. Appunto per questo è definita un gioco di interazione sociale. Creato infatti il proprio personaggio nel classico stile dei Mii Nintendo questo accrescerà i livelli e le funzioni di personalizzazione grazie alle capacità dell’utente di interagire con i personaggi dei propri amici. Più azioni e interazioni verranno effettuate dagli utenti conoscendo sempre meglio i dettagli e di conseguenza caratteri e preferenze dei propri amici più il proprio personaggio acquisirà valore. Quest’app, lanciata in Italia a fine marzo, sarà un fuoco di paglia o rappresenterà un modo nuovo e alternativo di conoscere e farsi conoscere in maniera meno superficiale? Lo scopriremo nella prossima classifica. Intanto testatela.

Tra le app a pagamento Clash of Clans, al primo posto per diversi mesi davanti alle molteplici versioni di Candy Crush, ha ceduto il posto a Clash Royale, rimandendo comunque sul podio. Le altre posizioni restano pressochè inalterate e testimoniano che la maggior parte della spesa per l’acquisto di app da parte degli utenti si concentra sui giochi. Unica eccezione, al decimo posto di questa seconda classifica, è rappresentata dall’App del Corriere della Sera, piccola speranza per il mondo dell’editoria in cerca di strade alternative di revenue.
 

eCommerce Forum 2016, cosa manca ancora? Le Aziende.

Anche quest’anno l’eCommerce Forum promosso da Netcomm ha rappresentato un’ottima occasione per gli addetti ai lavori per guardarsi intorno e soprattutto per guardarsi allo specchio. Guardarsi attraverso i dati di settore e le esperienze di venditori e fornitori di tecnologia e strategie promozionali. Guardarsi pensando al pubblico, agli utenti con i loro comportamenti, le loro priorità, le loro specificità e soprattutto con il proprio Customer Journey, parola magica vecchia di qualche anno ma che sembra solo ora iniziare ad entrare nella prassi strategica e operativa delle aziende (di alcune almeno).
Nel post precedente ho condiviso i 10 Trend sull’ecommerce italiano emersi dalla ricerca Netcomm, in questo invece, ragioniamo su alcuni dei  dati della ricerca annuale del Politecnico di Milano e facciamo un punto della situazione. Secondo i dati di Osservatori.net gli acquisti online da consumatori italiani sono passati dai 9,3 miliardi del 2011 ai 19,3 miliardi del 2016 e aumentano di 2,7 miliardi rispetto al 2015.

Il +17% da un lato testimonia una crescita costante rispetto agli anni precedenti dall’altro è sinonimo di un margine di crescita potenziale ancora grandissimo. Basta pensare che la penetrazione dell’eCommerce BtoC rappresenta il 5% del totale consumi retail, uno spicchio davvero minimo immaginando il tempo che i 30,8 milioni di italiani potenzialmente coinvolgibili da questa modalità di consumo passano online per attività di altro tipo. Dunque conosciamo il canale ma ancora ci sono troppe barriere all’ingresso? Il pretesto dei limiti tecnologici e culturali degli utenti non deve giustificare quella che è la lentezza con cui le imprese vanno incontro alla digitalizzazione. Ce lo ricorda anche Francesco Morace presidente del Future Concept Lab dicendo che la gente è pronta e che sono le imprese e le teste che le governano cercando di preservare ruoli e posizioni a non investire in modo completo e coraggioso in innovazione e in chi può portarla.
Conseguenza: In Italia sono state censite appena 40mila imprese che vendono online, contro le 800mila a livello europeo di cui 200mila solo in Francia: 5 volte le nostre.
Su questo tema è eloquente il quadro (immagine sotto) che mostra il ritardo italiano rispetto alla media europea a livello dei 5 macro fattori chiave della digital trasformation.

Tornando ai dati: in un mercato trainato da sempre dal Turismo (+11% e 44% del valore totale del mercato) i settori che più contribuiscono alla crescita sono Abbigliamento, in cui continuano a essere determinanti gli acquisti high fashion (+25%), Informatica ed elettronica di consumo, in cui grande contributo arriva da smartphone e TV (+22%), Editoria (+16%). Rilevante rispetto agli anni passati ma ancora esiguo in termini di quota di mercato l’apporto dei settori emergenti tipici del Made in Italy come Food&Grocery e Arredamento e Home living che superano per la prima volta i 500 milioni di euro ciascuno.

Lo scontrino medio vale 75€ per l’acquisto di prodotti, per un totale di 115 milioni di ordini, e di 253€ nei servizi, per 45 milioni di ordini. Si avvicinano dunque le quote di mercato tra servizi (55%) e prodotti (45%) rispetto al passato quando l’acquisto di servizi rappresentava  la ragione primaria per cui si faceva ricorso all’ecommerce.

Nell’esperienza d’acquisto del consumatore, i dispositivi Mobile giocano un ruolo sempre più rilevante e, a mio parere, crescerà in maniera sensibile con l’avvento del mobile payment che renderà familiare agli utenti l’associazione tra mobile ed esperienza d’acquisto. Intanto gli acquisti online tramite Smartphone aumentano del 51%, superano il valore di 2,8 miliardi di e € valgono il 15% dell’eCommerce nel 2016, il 24% se aggiungiamo quelli via Tablet.
Tra i servizi più acquistati via Smartphone a prevalere sono quelli legati al Turismo (10% del totale); tra i prodotti, invece, troviamo al primo posto Arredamento & Home Living ed Editoria, entrambi con il 23%, a seguire Informatica (20%), Abbigliamento (19%) e Food & Grocery (9%).
Il settore che più di tutti sembra catturare l’attenzione delle imprese tradizionali è quello dell’Abbigliamento e degli accessori, comparto in cui la sensibilità nei confronti dell’eCommerce è ormai particolarmente elevata. Altre appartengono al Fai da Te, all’Informatica ed elettronica, al Food&Grocery e all’Arredamento e Home design.
Al tempo stesso, molti retailer o produttori tradizionali piccoli o grandi per motivi di risparmio, di test o di semplicità per la vendita all’estero vendono online attraverso i marketplace (Amazon, eBay ma anche ePrice).
Bene anche l’Export, inteso come il valore delle vendite da siti italiani a clienti stranieri, aumenta del 18% e supera quota 3,5 miliardi di euro. Il 42% di questo valore è imputabile al Turismo, grazie prevalentemente agli operatori del trasporto e ai portali di hotel, e per il 38% all’Abbigliamento grazie ai grandi marchi e ai retailer tradizionali ma anche alle boutique multi-brand italiane (sia tradizionali che Dot Com). Con un peso sempre più rilevante ed in crescita, troviamo l’Arredamento & Home living e il Food&Grocery grazie al contributo sia di imprese produttrici che di Dot Com specializzate.

[Stats] Top 10 degli hashtag sul Social Media Marketing

Il lavoro che faccio mi ha insegnato a non tradire mai una regola su tutte: informarsi. Per questo motivo ogni giorno leggo un’infinità di post sul Social Media Marketing e sulla comunicazione in generale provenienti dai siti più disparati. Allo stesso tempo, anche solo per tenere traccia dei più interessanti o a scopo auto-promozionale, li condivido sul mio profilo Twitter (@VinsDellolio) utilizzando di volta in volta uno o due hashtag sensati di accompagnamento.
Ogni volta mi chiedo però se stia scegliendo l’hashtag corretto, se chi è interessato a leggere e interagire con i temi di mio interesse scrive, cerca e clicca sulle stesse keyword.
Per “twittare bene” occorre conoscere bene le parole chiave del proprio settore, le più diffuse e interessanti e per fare questo da una parte serve il buonsenso e dall’altra un tool di analisi come Hashtagify.me che mostra i Trend legati appunto agli hashtag.
Ecco quindi una prima risposta sugli hashtag più popolari legati al tema del Social Media Marketing.
La top 1o di seguito è ordinata secondo il primo dei due parametri ovvero la Popolarità che indica gli hashtag più utilizzati mentre da non sottovalutare anche il secondo ovvero la correlazione che mostra il legame più o meno stretto del termine con il concetto di riferimento. Non fatene uso indiscriminato ma tenete in considerazione questa classifica la prossima volta che dovrete scegliere l’hashtag migliore a cui affidare la visibilità dei vostri cinguettii. #Felicitweetatutti.