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Il Food su Facebook in Italia. Best post 2017

L’analisi, lo dico fino allo sfinimento, è la base di partenza per ogni strategia social. Come sempre, che il progetto in cui sono impegnato personalmente sia nuovo o sia già in casa ma bisognoso di ottimizzazioni, refresh e integrazioni varie, cerco di seguire quelli che sono i trend che i Social ci mostrano. O meglio, detto come lo intendo io, cerco di individuare quali sono i contenuti e i format più usati e soprattutto più graditi dagli utenti.
In questo caso parliamo di Food & Beverage e in particolare dei Brand o pagine Italiane del settore che, grazie le proprie content strategy, hanno raccolto un buon successo durante l’ultimo anno.
Partiamo dalla selezione dei 30 Top brand operata tenendo conto di alcuni parametri:

  • Fan base – parametro che ormai non misuro quasi più ma che in questo caso è utile a farsi un’idea dell’awareness dei brand
  • Total Engagement – utile a misurare la capacità di ingaggio dei contenuti
  • Rappresentatività di sotto-settori del Food – in modo da avere un quadro quanto più completo possibile del comparto (dolce, salato, snack, pasto, alimento, bevanda, alcolici, analcolici, fresco, conservato, stagionale, non stagionale, etc.).

Ecco i brand selezionati:
Top30-Brand-Facebook-Italia-2017-2018
Nel 2017 questi brand pubblicano con una cadenza regolare di quasi 11 post al mese, indicazione utile per chi cerca risposta alla domanda: “quanti post pubblicare su una pagina Facebook di un marchio di food & beverage?”
cadenza-post-facebook-food-italy-2017
Per quanto riguarda le pagine leader di settore per numero di interazioni è evidente il successo di Galbani che con la pagina “Le ricette di casa Mia” si dimostra la migliore per mix tra content production e strategia di sponsorizzazione adv. Questa genera oltre 1,5 milioni tra like, share e commenti ai post. Non male nemmeno Nutella, seconda pagina per somma di interazioni, che parte da un’awareness sicuramente più forte di Galbani e, come vedremo spicca per i singoli best post. Sul terzo gradino tra i brand analizzati compare Parmalat con un milione di interazioni totali nei 12 mesi oggetto di studio.
Best-Facebook-Brand-Italia-Settore-Food-2017
Andando ad analizzare i singoli post segnalo questa top 3 basata sulla somma di like, share e commenti registrati da tutti i post pubblicati da queste pagine nel 2017.
Al primo posto un contenuto che può essere definito come il re assoluto dello scorso anno in termini di format food, ovvero: LA VIDEO RICETTA. L’autore è Nutella in collaborazione con Giallo Zafferano. La video ricetta in questo caso è quella di una torta di Nutella a forma di stella su una base di pasta sfoglia.

In seconda posizione Kinder con un rilancio di prodotto molto, molto, e ripeto: molto, semplice che per funzionare non ha bisogno di creatività ma si appoggia al semplice messaggio della novità. Si tratta del post sul Kinder Pinguì nel nuovo gusto Caramello. Più like e commenti della ricetta di Nutella ma meno condivisioni.

Terzo post per numero di interazioni è nuovamente un post di Nutella che con questo semplice ciambellone dimostra come il format: ricetta con foto del risultato finale + link al sito con i dettagli della preparazione sia, in questo settore, un tipo di contenuto intramontabile con il quale far parlare il brand/prodotto.

Naturalmente maggior numero di interazioni non sempre è sinonimo di miglior contenuto in assoluto. Basta spendere in promozione cifre superiori ai competitor che facilmente anche il post più “brutto” o “mediocre” può toccare vette di like mai viste. In più, anche solo analizzando questo podio, vediamo come le interazioni non si ripartiscano sempre nelle stesse percentuali e sappiamo benissimo che per differente livello di coinvolgimento richiesto non possano essere contabilizzate allo stesso modo. Banalmente ottenere uno share è esponenzialmente più difficile che ottenere un like e proprio per questo una misura più credibile del successo del post.
Se pensiamo ad esempio che nella media dei post Facebook pubblicati dalle 20 migliori pagine italiane il rapporto tra Reaction, Commenti e Condivisioni sia questo (dati SocialBakers, Gennaio 2018):
rapporto-Reaction-Commenti-Condivisioni-Gennaio-2018
è sintetizzabile una formula per il calcolo del tasso virale di un post mettendo in rapporto Share e Reaction. Se mediamente, come ci mostrano questi dati, per ogni 18 Reaction/Like ad un post si ottiene uno Share possiamo reputare autenticamente virale un post con un rapporto maggiormente ravvicinato di 1:18 tra Share e Reaction o con addirittura registrando più Condivisioni che Reaction nello stesso post.
Tenendo presente questo metro di valutazione, all’elenco di post di rilievo appena condiviso, vanno aggiunti anche altri contenuti caratterizzati dall’alto potere virale appunto. Uno di questi è sicuramente il post prodotto sui nuovi gusti del Cornetto Algida capace di generare una condivisione ogni 2 reaction. Perché? Forse più che per il contenuto stesso o per il format (un video di prodotto) per la targhettizzazione focalizzata che ci potrebbe essere stata dietro al post in modo da mostrare il messaggio solo a utenti interessanti al tema Veg (vegani + vegetariani) e al gluten free.

Ancora meglio fa Chef con un post, dopo i tanti dolci citati sopra, che rilancia una ricetta salata a base di Zucca, Pancetta e Timo. Anche in questo caso parliamo di Video-ricette. Format che non tradisce e che, questa volta fa registrare addirittura più condivisioni che like e reaction varie.

Tra i vari contenuti presenti nella top ten per volumi di Share vale la pena segnalarne un altro di Nutella. Questa volta più che di prodotto o di guida all’utilizzo si parla di brand identity, di carattere del brand. Il “come te non c’è nessuno” di Nutella diventa un video emozionale da 14 mila share, la metà del numero di Reaction registrate dal questo post.

Chiudo segnalando la pagina Facebook che, tra quelle analizzate ha il rapporto tra Share e Reaction più propriamente VIRALE. Lo dico fieramente in quanto è una pagina di cui da 3 anni curo la strategia Social: si tratta di Polenta Valsugana che ha un 31% di Viral Rate su una media di settore del 10% (vedi grafico seguente). Anche in questo caso la parte del leone in termini di share la fanno le video ricette di cui riporto un esempio.
Viral-rate-pagine-facebook-food-italia-2017

Abbiamo visto cosa ha funzionato bene nel 2017, naturalmente categorie di post e brand sono tanti di più di quelli menzionati in questo studio ma personalmente ritengo abbastanza rappresentativo il campione e i format analizzati per chiunque stia lavorando oggi in questo ambito e sia in cerca di best practice.
Non mi resta che augurarvi Buon appeti…ehm buon lavoro.

Le 7 Serie TV più cercate su Google nel 2017

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“Che serie tv mi consigliate?”
Ho già visto troppi post che trattano questa annosa questione. Gente in crisi terrorizzata dal pensiero di aver già visto quanto di più bello la vita avesse in serbo per loro. Gente che non riesce più a dare un significato al proprio divano né al proprio TV fantaHD ad 82 pollici.

Per fortuna ci sono gli amici, quelli veri si riconoscono quando non sai più che serie guardare.

Se volete avere un post con tanti commenti su Facebook chiedete ai vostri amici di consigliarvi una serie TV. Arriverà di tutto. I classici e spensierati consigli delle vostre zie tipo: How meet your mother, gli ex compagni di università andranno su Big bang theory, poi scarterete facilmente gli scontati must have che avrete già visto tipo: House of cards o Game of thrones…. Poi ci saranno i radical chic alla Breaking Bad o alla Westworld oppure gli antropologi che vanno a scovarsi serie iraniane o finlandesi di cui manco i popoli di quelle nazioni conoscevano l’esistenza.  L’elenco dei generi di proposte sarebbe ancora lungo. Fatto sta che, alla fine, il vostro problema diventerà più che altro quello di scegliere da dove iniziare.
Io non riesco a darvi consigli. Non tanto perché non segua serie, anzi, quanto perché penso che ognuno debba trovare la sua strada, da solo o quasi. Credo nella diversità. ? (l’emoji serve a far capire che sto scherzando eh)
Ad ogni modo vi passo l’unica lista che vi aspettate da me, quella delle serie più cercate online, nel mondo, nel 2017. Fonte: Google Trends. E non venite a dirmi che avete già visto tutto altrimenti dovrei darvi anche tutte le altre 101 posizioni.

  1. Stranger Things
  2. 13 Reason Why (Tredici)
  3. Game of Thrones
  4. Iron Fist
  5. Riverdale
  6. American Gods
  7. Mindhunter

Stranger-Things
 

Black Friday 2017, record di sempre online nel mondo e in Italia.

In tutto il mondo in queste ore si fanno bilanci su come siano andate le vendite legate alle promozioni del Black Friday. Si parla di record ovunque. In USA il bilancio delle vendite online durante lo scorso venerdì è del +17,7% rispetto all’anno precedente (fonte Adobe Analytics). In italia le prime stime parlano di una crescita della spesa media del 38% con oltre 100 euro di spesa per ciascun consumatore. Gli acquisti sono avvenuti durante tutto il giorno di venerdì 24 Novembre con picchi di vendite già alle 11 del mattino e, in seguito, dopo le 19. Grandissimo il ruolo giocato dai dispositivi mobili, smartphone e tablet in fase di acquisto (fonte Cuponation).
In un post dello scorso anno sul Black Friday avevo descritto come, dopo le prime avvisaglie registrate nel 2015, il 2016 fosse l’anno della consacrazione per questo evento commerciale. Quantomeno lo era stato a livello di sdoganamento di massa visto il numero di ricerche online a tema. Non tutti i venditori però si erano organizzati bene per proporre e sponsorizzare offerte.
Quest’anno la crescita ulteriore del successo online del Black Friday è confermata sia a livello mondiale che italiano. Basti vedere l’andamento delle ricerche su Google evidenziato nei grafici di seguito e confrontare i picchi di ogni anno dal 2012 ad oggi.

Black-Friday-Mondo-2017-Trend-Ricerche

Trend delle ricerche sul tema Black-Friday a livello mondiale da Dicembre 2012 a Novembre 2017. Fonte: Google Trend


Trend-Geografico-Ricerche-Black-Friday

Trend Geografico delle Ricerche sul Black Friday a livello Mondiale. Fonte: Google Trends


E se gli Stati Uniti, patria di questa ricorrenza, guidano la concentrazione delle ricerche, l’Italia, al 18° posto a livello mondiale, si difende bene con un +33% del numero di ricerche effettuate rispetto al 2016.
Black-Friday-Italia-2017-Trend-Ricerche

Trend delle ricerche sul tema Black-Friday a livello Italiano da Dicembre 2013 a Novembre 2017. Fonte: Google Trends


Ma cosa cerca nello specifico l’utente e in particolare l’utente italiano, quando s’informa sul Black Friday? Lo scorso anno avevamo visto come il tema principale d’interesse fosse legato ad Amazon con gli altri grand brand a fare quasi più da spettatori/follower che da attori protagonisti.
Quest’anno la classifica delle query più cercate e di quelle emergenti negli ultimi 90 giorni mostra questo andamento.
Query-Black-friday-italia-2017
Se da una parte, analizzando i brand più cercati in assoluto con questa combinazione di keyword (colonna sinistra), vediamo che Amazon fa ancora la voce grossa con ben due voci nelle prime posizioni, dall’altra vediamo crescere il numero di brand dei due settori di mercato che guidano le vendite di questa giornata: elettronica di consumo e abbigliamento. I più attivi o meglio, i meglio percepiti dopo Amazon dai consumatori sono sicuramente Mediaworld, Unieuroeprice che raccolgono online i frutti del bombardamento mediatico in particolare televisivo. Nel settore dell’abbigliamento spiccano Zalando e Zara anche se iniziano a farsi sotto anche H&M, Stradivarius, Yoox, Bershka, Nike, Asos con crescite esponenziali di ricerche rispetto al passato.
Concludo con una breve carrellata di Post Facebook di alcuni dei brand più cercati. Case History, più o meno originali o da manuale, da mettere in archivio e a cui ispirarsi anche a stretto giro con le campagne promozionali in vista del Natale.

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Dati e riflessioni dall'Osservatorio Multicanalità 2017 #OM17

definizione di un cluster media
Il titolo dell’evento, oltre che l’immagine qui sopra, riassume un concento chiave dell’edizione 2017 dell’Osservatorio Multicanalità, il convegno promosso e coordinato da Nielsen, School of Management del Politecnico di Milano e Zenith Italy.
Anywhere & Anytime.
Quello che mi porto a casa dei dati e delle riflessioni condivise è sicuramente la necessità di lavorare, come sempre da qualche anno ormai, su più fronti in maniera coordinata cercando il sacro Graal del Marketing ovvero l’equilibro tra efficacia della personalizzazione e capacità di fornire risposte, relazioni, messaggi ed esperienze segmentate all’utente.
Gli asset multicanale vanno governati prendendo come modello le ormai ex start-up che rappresentano oggi i modelli economici di successo: Amazon, Facebook, Google, AirbnB, Uber, Tesla, Netflix, aziende con meno di 15 anni che hanno una grande cose in comune: l’approccio AGILE. Provare, verificare sul campo, saper cambiare, ridurre i tempi di risposta e servizio al minimo.
Cresce l’accesso a internet, con il mobile a fare da traino, e cresce anche la frequenza d’acquisto online. Tuttavia occorre considerare che resta un 40% di over 14 non connesso e che l’acquisto online rappresenta ancora solo il 6% degli acquisti retail. Insomma digital, si, ma non troppo. Ragionare a fondo sulle azioni da intraprendere è dunque quantomai fondamentale.
aumenta-la-frequenza-dacquisto-OM17
Detto dell’ascesa dell’accesso mobile sul fronte media tradizionali assistiamo a un cambiamento del pubblico “storico” che vale come paradigma dell’approccio da adottare in termini di strategia. Il pubblico televisivo giornaliero infatti non diminuisce più di tanto – perde solo 2 punti percentuali nell’ultimo anno – ma cambia le sue preferenze. Colpisce la crescita della TV On Demand e dei canali tematici. In due parole: offerta di qualità e verticale in base ai propri interessi. In una parola: Segmentazione.
Osservatorio-multicanalità-2017-la-tv-si-trasforma
Il terzo media oltre al web e ai canali tradizionali è quello che non è quasi mai considerato tale: Il punto vendita. Una trasformazione di prospettiva e di visione legata ad abitudini già in atto (cercare informazioni su internet per arricchire di contenuto la mia esperienza in store e decidere di acquistare o viceversa, guardo e tocco con mano in store ciò che poi acquisterò online) ma anche alle opportunità offerte dalla tecnologia capace oggi di abilitare esperienze immediate partendo dai dati utente.
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Il negozio deve digitalizzare la sua esperienza. Va in questa direzione una catena GDO come Esselunga con dispositivi per lo scanning dei prodotti, la spesa online, l’evoluzione della app e del suo approccio nell’utilizzo del volantino offerte in modo da seguire lo shopper Journey.
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Chiudo con due citazioni esemplificative che credo sia utile portarsi dietro come mantra di ogni strategia multicanale futura:
“L’impero dei sensi e l’impero dei sensori procedono verso una rapida convergenza” – Giuliano Noci, ordinario di Strategia di marketing al Politecnico di Milano e Direttore scientifico dell’Osservatorio Multicanalità
Il concetto di “esperienza consistente” fornita all’utente deve essere l’obiettivo di ogni azione per spostare l’asset della comunicazione dal concetto di push un po’ più verso quello di poll attraverso un sorta di attrazione gravitazionale. L’esperienza di Amazon sia da esempio.
“Non è la reach quella su cui andiamo a combattere ma l’attenzione dell’utente” – Luca Cavalli CEO di Zenith Italy.
In un mondo in cui l’affollamento pubblicitario è un dato di fatto e in cui il prezzo guida parte delle scelte di consumo solo la personalizzazione di comunicazione e prodotto/servizio può dare potere al brand. Comprendere a fondo il proprio target è imprescindibile.
Il vincitore di questo percorso di cambiamento sembra essere, come citato oggi, il consumatore che ha colto l’opportunità di diventare più esigente e volatile. In questo quadro la marca non può più permettersi di “chiedere”, deve solo dare.
Ecco una sintesi degli interventi e ulteriori dati in versione tweet.

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L'eCommerce in Italia nel 2017 vale oltre 23 mld. Dati e spunti dall'#OEC17

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Le parole chiave dell’ultimo convegno degli Osservatori del Politecnico di Milano sull’eCommerce BtoC in Italia vedono come protagonisti:

  • il Mobile – cresce il transito online da smartphone (25% degli acquisti), occorre pensare a ogni attività di vendita in questa logica.
  • i Big Data – come sintesi dell’orientamento al cliente necessaria alla conversione con tutto ciò che comporta anche a livello marketing (re-targeting, content e programmatic)
  • la User Experience – che va dalla selezione al pagamento di prodotti e servizi fino ad arrivare alla logistica (“la ricezione di un pacco è un’esperienza magica”)
  • il Food&grocery – il settore oggi con i maggiori margini e dunque le maggiori potenzialità di crescita ma anche il più complesso da approcciare (“la cosa più difficile da fare è cambiare le abitudini del consumatore”).
  • l’Innovazione – dai chatbot all’acquisto via messaggio, dall’assistente vocale a AR/VR e mobile payment fino ad arrivare all’autenticazione biometrica. Tutti elementi da valutare con un occhio sempre anche alle start-up, grande motore del cambiamento.


Ecco una piccola cronaca via twitter dell’evento e tanti dati tra quelli condivisi.

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