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[Tips] 10 regole d'oro per utilizzare gli #hashtag

hashtag
Un post di riepilogo su nozioni (apparentemente) di base non fa mai male.
Lo dico per chiunque si occupi di Social Media Marketing sia a livello di produzione di contenuto che strategico e lo dico anche per me stesso visto che ogni tanto provo a rinfrescare le certezze sui vari temi del mio lavoro.
Oggi parliamo di Hashtag e dell’utilizzo migliore che se ne può fare condividendo 10 regole base.
Prima però partiamo dalla definizione. Cito testualmente quella riportata da Twitter che di fatto ha diffuso nel mondo social l’utilizzo di questo simbolo (considerate che la stessa è valida anche per altri canali come Facebook, Instagram, Pinterest, Google+).
definizione hasthtag twitter
Di conseguenza: se si scrive un tweet collegando una o più parole al simbolo dell’hashtag quel tweet sarà potenzialmente visibile a chiunque compia una ricerca su Twitter utilizzando la parola chiave collegata all’hashtag.
Detto ciò arriviamo alle regole, ricordatevi:

    1. Di utilizzare il giusto numero di hashtag collegato a ciascun contenuto. 2 o 3 al massimo sono quelli consigliati su Twitter (fonte: Twitter) dove andrebbe sempre e comunque usato almeno uno hashtag. Si può invece abbondare su Instagram dove diverse analisi mostrano che un numero tra gli 11 e i 14 attira un grande numero di visualizzazioni e conseguenti interazioni (vedi grafico di seguito).how-to-use-hashtag-on-instagram
    2. Consultate i trending topic periodici per provare a inserirvi in modo coerente nelle discussioni attive che attirano l’attenzione degli utenti. Oltre a quello base di twitter ci sono diversi tool come Hashstagify utili a scoprire le tendenze del momento e anche quelle di più lungo periodo.
      Hashtag_trend-mensili-italia-novembre-2015
    3. Su Facebook la ricerca per hashtag non è diffusissima (anche perchè il carattere privato di molti profili ne impedisce la visibilità) ma è utile servirsi degli stessi all’interno delle pagine di brand sopratutto in due contesti: per cavalcare temi legati al real time marketing che creano picchi di interesse (es. #starwars #backtothefutureday #goldenglobes, etc.) o in caso di categorie particolari di post che è utile permettere agli utenti di ritrovare (es: #leNostreRicette #iGolpiùBelli #collezioneAutunnoInvernoBrandX)
    4. Se invitate gli utenti ad utilizzare un hashtag per partecipare a un momento di discussione o intrattenimento scegliete un hashtag semplice e intuitivo in modo che chi vuole interagire non debba chiedersi qual è la parola chiave da scriversi. Ad esempio sarebbe meglio scegliere #xFactor piuttosto che #XF9 per invitare gli utenti ad interagire con il programma. Di fatto la produzione può permettersi di scegliere il secondo perchè ha scelto di lasciarlo in sovrimpressione per tutta la durate del programma quindi il dubbio degli utenti è presto sciolto. Non tutti i brand però hanno questa possibilità, in quel caso ricordatevi la regola base.
    5. Usateli durante gli eventi fisici o virtuali per promuovere sessioni temporanee di Q&A (es. #AskToNomeOspite) o in maniera continuativa per differenziare i tweet degli utenti che citano la vostra azienda i per motivi più diversi e tweet invece legati alla richiesta di informazioni.
    6. Sceglietene uno ufficiale che metta in risalto il brand da poter usare in più occasioni. In alcuni casi può essere semplicemente il nome del brand, in altri il claim che lo connota (es. #justdoit)
    7. Se sono gli utenti a doverlo utilizzare non chiedetegli di utilizzare a tutti i costi il nome del brand. Pur avendo a disposizione un hashtag “brandizzato” come consigliato nel punto precedente non è detto che nelle vostre iniziative di engagement online ogni hashtag debba contenere il nome del marchio o del prodotto, anzi, se puntate a massimizzare le interazioni siate più clementi con il vostro pubblico che non ha certo bisogno che gli ricordiate o che lo obblighiate ad usare in ogni contenuto il vostro nome. Questa regola vale a meno che non siate un love brand o una squadra di calcio (entità per cui gli utenti stravedono) anche se anche in quei casi le eccezioni vengono premiate come nel caso del successo dell’hasthtag #seandiamoinfinale della Juventus premiata come migliore campagna Twitter 2015.
      #seandiamoinfinale-juventus
    8. Inseriteli per lo più all’inizio o sopratutto alla fine del testo del post/tweet. Anche se siete liberi di taggare parole al centro della frase, a volte sarete costretti perchè su Twitter avrete terminato le battute disponibili, in questo modo renderete più leggibile il tweet.
    9. Anche se vi state occupando di un’attività online ricordatevi sempre di valutare le integrazioni di un hashstag strategico in tutte le altre attività e canali di marketing, dalla pubblicità in tv o radio a quella sui giornali cartacei o su manifesti, volantini e brochure.
    10. Ultimo consiglio riguarda la verifica dell’utilizzo di un hashtag sia prima che dopo il lancio di un’iniziativa. Prima per valutare se, come e quanto è stato già utilizzato un hashtag che avete in mente perchè anche se non è obbligatorio esserne i creatori è altresì sconsigliato entrare in flussi di conversazioni poco vicini al marchio o addirittura deleteri per lo stesso. Dopo invece per valutare e accertarsi a posteriori che un’iniziativa lanciata non prenda derive inaspettate e dannose e che qualcuno poi non associ al marchio l’uso improprio di una parola chiave.

[Marketing Quote] La produzione di UGC è ancora un'opportunità.

Forse il titolo di questo post dovrebbe terminare con un punto interrogativo. Sono ormai davvero troppe le iniziative dei marchi che spingono gli utenti ad interagire attraverso la produzione di ricette, Selfie, mini-video, Etc.
È un fatto però che, per quanto abusate, viste e riviste le iniziative che stimolano gli utenti (più o meno fan) alla produzione di contenuti riguardanti in qualche modo un marchio sono oggi più che mai utili e preziose a:

  • animare in modo autentico la propria community
  • rendere più credibile l’immagine di un brand o di uno specifico prodotto (il 50% dei Millennials credono più agli UGC che ai contenuti presenti sui media tradizionali).
  • creare un passaparola spontaneo che faccia leva sull’imitazione di comportamenti di amici e opinion leader online.

marketing-quote-mobile-ugc
Ovviamente ogni brand deve analizzare e ponderare tutti gli elementi prima di avviare un’attività di promozione di UGC in modo da non fare grossi buchi nell’acqua a causa di poca partecipazione o, ancora peggio, di raccogliere critiche anziché contenuti a supporto della propria comunicazione.
A volte piuttosto che chiedere agli utenti di girare un video può essere il caso di “limitarsi” alla richiesta di una recensione, di un’opinione su un prodotto che sappiamo essere gradito (è un UGC anche un testo di 2 righe) e con le stesse organizzare una bacheca che racconti agli altri utenti quel prodotto con la voce dei loro pari.
Insomma analizzare il contesto in cui siete e trovate la formula migliore. Nonostante i tentativi maldestri di tante aziende gli UGC non sono morti e ora più che mai, con il Mobile a fare da strumento di produzione, possono fare la differenza per il successo del vostro marchio.

[Facebook] Come e perchè utilizzare il formato Carousel Ads

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Update gennaio 2017 al post originario: dopo 1 anno di utilizzo e misurazione ho ragione di considerare questo formato meno performante di altri in termini di engagment rate (utenti attivi su utenti raggiunti). Restano valide però le indicazioni e i suggerimenti di declinazione creativa dello stesso e il suo valore funzionale in caso sia necessario mostrare carrellate di prodotti. Sembra però maggiormente gradito il formato slideshow.
Articolo originale:
Da qualche mese Facebook ha lanciato un nuovo formato Adv, il Carousel (o carosello per dirlo in italiano). Gli addetti ai lavori, dai centri media alle agenzie digital, un po’ per le reali performance un po’ perché “fa figo” proporre ai clienti sempre cose nuove, stanno spingendo su questo formato. Occorre però saper utilizzare al massimo le sue potenzialità.
Il rischio spesso è quello di adattare – male – il pensiero che sta dietro la realizzazione di un formato classico, ad esempio il 1200 x 628 px (dimensioni dell’immagine di un page post link) a un formato composto da 3, 4 o 5 immagini di dimensione quadrata (600×600 px). Bisogna invece lavorare sfruttando i vantaggi reali che questo tipo di formato offre. Solo così, come dice Facebook lanciando un’inserzione Carousel potremo ottenere “30-50% lower cost-per-conversion than single-image link ads“.
Ecco quindi alcune suggestioni utili a stimolare la vostra fantasia.
Anzitutto considerate che il Carousel esprime al meglio le sue potenzialità su Mobile piuttosto che su desktop. Questo perché la facilità e la naturalezza nello sfogliare orizzontalmente le immagini è nettamente superiore impugnando uno smartphone e muovendo un dito piuttosto che posizionando il puntatore del mouse sulla freccetta della gallery visualizzata su pc.
Detto ciò considerate di utilizzare il Carousel per:

Evidenziare i dettagli di unico prodotto.

Magari anche attraverso una foto panoramica (vedi esempio sotto) che mostra in ogni riquadro una sorta di zoom su ciascuna caratteristica. Nella maggior parte dei casi, tutte le immagini dei carousel di questo tipo sono linkate alla stessa pagina di atterraggio, quella che descrive il prodotto, nessuno vieta però, nel caso di prodotti articolati con mini-siti con diverse sezioni, di associare ciascuna immagine ad una pagine differente.
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Mostrare l’utilizzo

Sono tra i contenuti che funzionano di più. Che si definiscano come How to, guide o tutorial il senso è lo stesso: mostriamo il prodotto nel suo effettivo contesto di utilizzo, mostriamo le fasi di utilizzo dello stesso e il risultato finale. Come si prepara una ricetta, come si utilizza una piastra per capelli, le quattro semplici mosse per annodare una cravatta in offerta, etc. Anche in questo caso le immagini sono collegate a una stessa pagina per cui il valore del carousel è esclusivamente legato alla scelta del visual.
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Presentare un’App Mobile

Il carousel può essere utilizzato anche per mostrare al meglio un’app mobile che state promuovendo. A seconda dell’applicazione si può pensare di costruirlo sia come se fosse un “how to” che mostri le fasi di utilizzo dell’applicazione (es. gli step di configurazione di un indirizzo all’interno dell’app Google Map) o semplicemente fornendo schermate appeal dell’app (es. fasi di gioco di un App Game oppure diversi filtri o funzioni contenuti in un’app di grafica o fotoritocco). Quasi mai una sola immagine è in grado di riassumere l’esperienza di un’app in modo completo tant’è che negli store ufficiali tutte le app vengono presentate proprio attraverso una galleria. Il carousel permette di anticipare la gallery già in fase di promozione abbattendo i costi di conversione.
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Condividere più contenuti

Nei casi precedenti le diverse immagini servono a dare un’idea più completa di uno stesso prodotto (tant’è che spesso tutte le immagini condurranno l’utente verso lo stesso link). Ci sono però contesti in cui il formato carosello può servire per mostrare in un solo post contenuti e prodotti differenti fra loro.
Immaginate post che rimandano a diversi articoli di un blog o di una testata online o che rilanciano diversi appuntamenti in programma in un locale ciascuno con una pagina di presentazione oppure ancora che rimandano un’utente in diverse sezioni verticali di un sito.
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Raccontare la storia del prodotto

Altro utilizzo possibile è legato al racconto fotografico della storia del prodotto. Come nasce, qual è il suo tragitto dalla produzione alla vendite, in quali contesti viene proposto ai clienti.
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Raccontare storie dei vostri clienti

La presenza dei clienti (veri o presunti) all’interno del racconto del prodotto può fare spesso la differenza associando un maggiore calore alla comunicazione e dando l’idea di un sentimento specifico collegabile all’utilizzo del prodotto stesso: tenerezza, amore, felicità, benessere, etc… In alcuni casi questo tipo di visibilità può ispirare gli utenti stessi a scattarsi foto simili durante l’utilizzo del prodotto per entrare a far parte di un successivo carousel di questo tipo.
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Mostrare il catalogo prodotti

Chiudiamo con quello che forse è l’utilizzo principale e più efficace che si può fare di questo formato: la possibilità di mostrare i pezzi salienti di un catalogo prodotti. Riuscire a concentrare in un solo contenuto ben 5 prodotti significa accrescere esponenzialmente il possibile interesse di un utente, il relativo numero di clic e accessi al sito e di conseguenza anche il numero di acquisti effettuati (non solo online anche se l’e-commerce è l’ambito che meglio può sfruttare il carousel).
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