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Tutti gli articoli di Vincenzo Dell'Olio

[#Hashtag] Top 10 dei Trend Twitter – volume 1

Inizio oggi la rubrica dedicata agli esercizi di copywriting più creativi che popolano Twitter. Non c’è nulla di strategico a questo giro, solo amore per il genio (o quello che a me sembra tale). Dei vari hashtag che popolano twitter in questi giorni ne ho scelti 7 e riguardano tre notizie di cronaca: il malore di Andreotti, la laurea albanese del Trota, la rissa Delio Rossi-Ljajic, e 4 temi creativi dal titolo: #filmdavecchi, #seiMayahannoragione, #aimeitempi e #cèlacrisidelcinema 
Andiamo a ritroso.

HASHCHAT
#10. Terra2: Trota, ti hanno fregato. In Albania per 120mila euro potevi comprarti tutta l’università.
#09. Guido BrunelliPrima regola di Delio Rossi: non parlate mai di Delio Rossi.
#08. 140 Caratteracci™:   non esistevano le Milf
#07. Donna Chisciotte:  2012 Odissea nell’ospizio 
#06. marco:   muoio lieto che la mia banca non riceverà gli altri 25 anni di mutuo.
#05. Luciano:  Noi, i ragazzi dello zoo di Fasano 
#04. Don Diego de la Sopa:  questo giro, a capodanno, offro io!

Il podio:
#03. maledettafaina: Notte brava a Las..pezia 
#02. johnny palomba: Destro ” so che mi vuole fortemente Delio Rossi” 

And the winner is..
#01. johnny palomba: Il diavolo veste Zara 


PREMI SPECIALI
Premio della critica:
Antonello Chieca:  è la conferma che twitter odia la grammatica, dove sei?
Ghost Track: 
L’ideota: #Andreotti ricoverato per un malore. La prognosi sarà sciolta nell’acido
Fatti in casa:
@VinsDellolio 

[ADVERTISING] L'importanza di campagne banner creative e interattive

Quando il sonno non arriva all’ora giusta, ultimamente quasi mai, è l’occasione giusta per il contagio creativo. E’ una tesi che sostengo da qualche mese per giustificare le notti insonni passate a rimbalzare online e sui canali del digitale terrestre alla ricerca di illuminazioni. No, questo non è un post sul porno 2.0, tranquilli. Magari a breve penserò a qualcosa anche per gli amanti del genere.

Stanotte invece mi sono “limitato” a studiare declinazioni creative in ambito campagne banner. Da tempo ormai sostengo con i clienti la necessità di provare ad occupare gli spazi e i formati tradizionali acquistati dagli editori con elementi che abbiano un minimo di interattività. Le campagne si misurano troppo in termini di numerosità di click sul totale delle visualizzazioni e troppo poco si pensa a quanto già nel banner si possa fornire un’esperienza coinvolgente e utile a passare il messaggio sul brand o sul prodotto.
Il risultato è che anche quando il numero di conversioni è nella media l’impatto emotivo del banner tende a perdere di efficacia quasi subito.

Nel web in evoluzione, nell’era dell’HTML5 e della pubblicità interattiva un banner può essere molto più che un semplice veicolo pubblicitario per portare accessi ad un sito. Una campagna banner è già esperienza di brand.

In cerca di best practice sul tema sono andato a guardare chi quest’anno ha vinto i Webby Awards nella categoria in questione imbattendomi nella campagna promossa da Stadmission Stockholms, l’associazione per l’assistenza dei senzatetto di Stoccolma. Ecco un riassunto video.

In sostanza un obiettivo generale: ottenere donazioni, uno intermedio molto più grande: ottenere visibilità della propria campagna senza spendere in acquisto spazio media.
Ed ecco che per ispirare i blog e i siti a essere i primi donatori è stata creata una collezione di “banner senzatetto” che hanno bisogno di riparo, disponibili e integrabili dal sito hemlosabanners.se, banner che contengono un counter che mostra da quanto tempo è ospitato e da quale sito e che mostrano colori più caldi man mano che gli utenti ci interagiscono nel tempo. Ovviamente i click portano alla pagina delle donazioni ma a quel punto l’esperienza e il messaggio è già passato in modo tutt’altro che ovvio.

http://qstream-down.qbrick.com/40352/Hemlos_480x280.swf?adid=59693856

Ok, ok… i soliti appassionati di numeri siano accontentati:

  • 415 siti partecipanti 
  • 36 milioni di impression
  • +300% di donazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

[DATI] Pinterest in Italia. Update Maggio

Due mesi fa avevo iniziato a fare qualche riflessione su Pinterst e il suo social boom proclamato da più parti. Successivamente ero passato ad un’analisi dei dati e delle proiezioni disponibili per verificare lo stato dell’arte italiano e l’effettiva opportunità di proporlo ai clienti come strumento utile a fini strategici.

Ebbene (mi piace dire “ebbene”) avevo concluso che seppure Pinterest fosse un utilissimo strumento per tenere d’occhio i tred e gli interessi degli utenti non possa essere ancora molto più di quello. Non ora, non in Italia. 
Le stime di google adplanner (le più ottimiste fra quelle che avevo trovato) parlavano di 240 mila utenti unici al mese (che non vuol dire account attivi ma semplicemente visitatori). 
Oggi, a due quasi due mesi di distanza, la situazione è cambiata. Ci troviamo a registrare da un lato una crescita di 4 milioni di visitatori a livello mondiale e dall’altro, stringendo il cerchio all’Italia, a un aumento del 50% degli utenti stimati arrivando a 360 mila visitatori al mese. 
Un bel salto in avanti considerando le poche settimane trascorse. Ancora troppo poco però per farmi dire ad un cliente: investiteci. 
A metà strada tra la precedente e l’attuale analisi ho avuto modo di leggere all’interno di diverse community del settore diverse posizioni di marketer di fama più e meno riconosciuta, molte in contrapposizione l’una con l’altra segno che effettivamente ancora il social media marketing sia lontano da diventare una scienza con presupposti di base condivisi. 
Ancora troppa filosofia, credo. E questo non fa felice gli interlocutori  aziendali, i nostri clienti, che facendosi largo tra le nubi di fumo che chiunque cerca di vendergli chiedono sempre più misurabilità delle azioni e dei risultati. 
Con Facebook, grazie ai volumi di traffico che riusciamo a guidare e alle iniziative speciali strettamente collegate a Kpi di interesse per l’azienda, andiamo sempre più in quella direzione. Con Pinterest la misurabilità resta ancora troppo vaga e bisognerebbe chiedere ai brand nostri clienti un atto di fede che in tempo di crisi pochi sono disposti a fare. Cerchiamo di rispondere con qualche numero alla domanda semplice: “quali benefici mi porta essere oggi su Pinterest?”
Nel prossimo post analizzerò qualche case history italiana su Pinterest per ragionare sui risultati raccolti e fare tesoro delle esperienze sul campo di alcuni brand che hanno già deciso di stare dalla parte della Social Faith.