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[Infografiche] Osare per Credere… Come ottenere il massimo della viralità da un'infografica

Dieci giorni fa su un blog verticale di cui ancora non avevo mai sentito parlare è stata pubblicata un’infografica sul rapporto tra sesso e cibo. L’infografica era questa:

(Fonte: Rodiola.it)
fare sesso brucia calorie ?
Non entro nello specifico sull’analisi grafica della realizzazione che in generale mi sembra molto ben riuscita. Va da se che ognuno di voi (o quasi) che l’ha appena scorsa l’avrà letta con un sorriso sul volto e l’idea che forse avrebbe potuto condividerla con la propria compagna/o, con uno o più amici o sulla propria bacheca facebook. Alcuni dopo averci pensato l’avranno anche fatto… Vista e condivisa.
Cosa è successo? Siete appena entrati a far parte di un processo di viralizzazione del contenuto. Tranquilli non è una cosa brutta, anzi. Le aziende pagherebbero per vedere i numeri dei propri contenuti crescere così tanto con pochi centinaia di euro di investimento. 
Pagherebbero si, il problema però è che dopo essersi sedute al tavolo a discutere della proposta fatta se gli si presentasse una cosa del genere direbbero: “stiamo più cauti” … e allora i disegni vengono ammorbididi, i copy resi più impliciti, le parti più impattanti tagliate ed ecco il prototipo dell’infografica che lascia il tempo che trova.

Dati alla mano su un canale come il blog in questione in cui un post ha in media 10/15 like Facebook in relazione a questa infografica ne troviamo 27mila… oltre a svariati tweet e condivisioni su Google+

Non voglio convincervi a leggere ogni cosa con la chiave del sesso, ci mancherebbe ma ci sono contenuti (e il sesso è uno) che hanno in se, se presentati con un certo linguaggio testuale e visivo, una potenzialità virale importante.  Sta a ogni azienda, brand, responsabile marketing decidere se e quanto vuole realmente sfruttare quel potenziale e quanto invece preferisce l’altra strada, quella dell’inserzione, sicuramente più allineabile al il proprio stile ma altrettanto certamente più dispendiosa.

Intanto complimenti all’autore dell’infografica in questione, agli altri posso solo dire (una volta ancora): provate per credere, anzi: OSATE.

Commercial never die. L'arte di fare pubblicità video tra TV e social

Parliamo sempre di più il linguaggio del web marketing ma non dobbiamo mai dimenticare quei format tipicamente televisivi come il video commercial. Un format che sempre più è influenzato dalla logica dell’intrattenimento e del “sorriso prima di tutto” tipica del modo di fare comunicazione social. Lo spot diventa di per se passatempo creativo in stile carosello in grado di generare un meccanismo di condivisione virale. Ecco tre spot che hanno spopolato nel web nelle ultime due settimane. Divertimento, rottura degli schemi e qualche intramontabile concept. Lasciatevi ispirare.

 LG ULTRA REALITY. – L’INTRAMONTABILE SUCCESSO DELLA CANDID CAMERA.

 VOLVO TRUCKS. THE HOOK. – L’AUTOMOTIVE HA SMESSO DI PRENDERSI SUL SERIO
 

 LA CATAPULTA UMANA DI MOUNTAIN DEW – L’EVENTO DIVENTA SPOT E “LANCIA” UN TREND
 

[Case History] Corona Summer: come valorizzare il Brand con attività multicanale. Prodotto, sponsorizzazioni, social, contest e e-commerce convivono.

Di recente con il mio team di lavoro ci siamo trovati a ragionare sulla necessità di valorizzare online iniziative di brand nate e pensate per vivere sul piano fisico.
Lasciando perdere i ragionamenti teorici sul SoLoMo (Social, Local e Mobile) e ogni pippone articolato sul tema ci tengo a fare una considerazione importante ovvero che non è più produttivo (da tempo) pensare alle attività digital come qualcosa che sia a supporto di qualcos’altro. Non lo dico per reclamare dignità e valore sul digital ma semplicemente perchè solo se si pensa a un progetto in maniera multicanale fin dall’inizio ogni pezzo di esso potrà restituire il massimo del valore possibile.

VALORIZZARE I SUMMER TOUR
Molti brand nel periodo estivo ideano o sponsorizzano progetti itineranti per il paese con stampo più o meno pubblicitario. Pensate a iniziative di Sampling di prodotto sulle spiagge durante il giorno piuttosto che a momenti di intrattenimento con Dj Set all’interno dei locali all’ora dell’aperitivo o, a sera, a tour musicali di grandi artisti in cui campeggiano ovunque cartelloni e stand del marchio.

Fin qui niente di strano, avviene da anni e la formula dell’iniziativa stagionale sembra essere immortale. Oggi è però importante riuscire a slegarsi dalla ricetta: “sponsorizzo il tour di un cantante e poi ci faccio anche i banner online o lo riposto sulla mia pagina Facebook”.
Oggi occorre iniziare fin da subito a progettare tutto mettendo sul tavolo le necessità e le formule top che ciascun canale offre per poi solo in seguito adattare la formula e i contenuti del progetto a seconda dei requisiti richiesti.

Un Esempio da imitare arriva da Corona che negli Stati Uniti ha promosso il classico Summer Tour sposando l’impostazione per cui ogni pezzo ha vita propria e una specifica identità ma vive in modo coerente con tutto il resto.
Il progetto si chiama in modo molto immediato (banale ma efficace): CORONA SUMMER

LA CALL TO ACTION EMPATICA
Si parte con la call to action contenuta all’interno di un banner molto poco commerciale e che richiama immediatamente l’atmosfera “social” a cui gli utenti sono abituati. Il banner animato mostra un album che si sfoglia da solo e contiene foto di ragazzi in contesti tipicamente estivi (parco, giochi tra amici, concerti, etc). La richiesta è semplice: condividi la tua foto estiva e potresti diventare protagonista della nostra campagna pubblicitaria. Dunque: un contenuto che tutti hanno (tutti gli appartenenti al target dell’iniziativa), molto semplice (non chiede di interpretare nessun particolare tema) e che fa leva sull’edonismo generazionale (chi non avrebbe voglia di apparire ed essere riconosciuto in una campagna pubblicitaria con il solo sforzo di inviare una foto?)

NEL SITO SI SCOPRE UN MODO NUOVO
Cliccando sul banner si arriva in un sito in cui la call to action originaria esplode mostrando un modo fatto di infiniti altri mondi in grado di attrarre e coinvolgere l’utente ben oltre i secondi necessari a inviare la foto e offrendo quella che si direbbe una vera e propria esperienza di brand.

Oltre al concorso fotografico con generazione di UGC ci sono:

  • un’instant win con codici presenti sui pack (per cui: “divertiti si ma se vuoi vincere altri premi consuma anche il prodotto”)
  • Partner Virali nonchè considerati cool dal target come Buzz Feed e Rolling Stone … che rilanciano l’iniziativa e producono contenuto in target all’interno dei loro canali
  • una Web Radio Sponsorizzata che parte in automatico per intrattenere i visitatori al sito
  • il rilancio del tour musicale di Kenny Chesney sponsorizzato da Corona.
  • il rilancio dello store online in cui sono presenti gadget e prodotti veri come il refrigeratore da spiaggia (altra componente direttamente commerciale)
IL DESIGN E LA USER EXPERIENCE

I più geek avranno anche notato quanto lo stile grafico del sito richiami fortemente il mondo delle flipboard nonchè di Windows 8, altro linguaggio, quello di user experience, congeniale al pubblico di riferimento.

A qualcuno sembrerà tutto molto semplice, eppure non lo è. Lo stesso progetto, nato in maniera classica, che poi è l’approccio della maggior parte dei marchi, avrebbe portato ad esempio a sponsorizzare il concerto del cantante country-rock e ad attaccarci Banner a tema, Instant Win (probabilmente dei biglietti del concerto) e nel caso migliori i brani in download trasformando l’artista nel testimonial del marchio. In questo modo invece sono l’estate e il divertimento (temi ben più ampi) i veri protagonisti e la differenziazione di micro iniziative concorre ad abbassare il tasso di rimbalzo di utenti dall’iniziativa. Per dirla in maniera cruda: il responsabile sponsorizzazioni ed eventi e quello del marketing digitale si sono messi insieme e hanno coinvolto nella stessa stanza anche il marketing di prodotto/canale per quanto riguarda la questione dei codici sui pack (cosa non banale) e il responsabile dell’e-commerce. Quello che ne è venuta fuori è una case history da cui trarre insegnamento.
Che ne pensate?