Oggi compio gli anni. Auguri, dirà qualcuno. Si, qualcuno. E oggi quel qualcuno cresce sempre più di numero fino a diventare molti, moltissimi. Abbiamo amici che nemmeno ricordiamo di aver accetato in Facebook che ci fanno auguri grazie alle segnalazioni ma quello che si può definire il Birthday Digital Marketing ha fatto un ulteriore passo avanti mostrando le potenzialità di un tema che ha due grandi vantaggi: riguarda necessariamente tutti e per definizione attira l’attenzione dei destinatari dell’augurio (tutti vogliamo sapere chi ci fa gli auguri e come ce li fa).
Oggi copio gli anni, dicevo e appena apro il mio browser per cercare l’indirizzo del ristorante in cui festeggerò con gli amici ecco che Google mi fa gli Auguri con un Doodle Personalizzato:
Doodle di Buon Compleanno di Google
Poi decido di dare un’occhiata alle mia caselle di posta e in una trovo gli auguri della mia Assicurazione Online, Genialloyd, che mi regala anche un paio di coupon sconto da spendere nei suoi servizi entro un mese o da regalare a qualcuno… (a proposito… io li regalo al primo di voi che vuole copiarsi il codice).
Newsletter Auguri Genialloyd
Nell’altra mailbox invece c’è il mitico Mulino Bianco che in linea con il trend delle etichette personalizzate mi fa gli auguri con tanti “abbracci”e in più mi chiede di “scoprire il mio regalo…”. E non vi dico cos’è questa volta. Così anche voi, come ho fatto io andrete a scoprirlo sul loro sito aumentando gli accessi e la percezione del brand.
Auguri del Mulino Bianco
Insomma, il Birthday Digital Marketing è una realtà. Ancora non so quanto sia diffusa nelle strategie aziendali di Digital Email Marketing e Social Media Marketing e non so quanto, allo stesso tempo, “converta” in termini ci contatti, acquisti, etc. Ad ogni modo una cosa è certa: oggi ho fatto caso più del solito a tre marchi di cui è vero che sono già cliente ma di cui normalmente non leggo le comunicazioni commerciali o su cui non mi soffermo particolarmente.
E Tanti Auguri… Dirà qualcuno. Vado, l’astice mi aspetta.
Quando la mia collega Giulia mi ha mostrato cosa stesse succedendo in rete nelle pagina “I Vostri Messaggi” del sito minisito Ceres Soft Ale sono rimasto stranito. Il primo pensiero che ho fatto è stato: “nooo… ma questi sono impazziti!?”. Come può un marchio così importante, con milioni di consumatori, centinaia di migliaia di Fan e una buona esperienza Social non curare un aspetto così importante come la moderazione di una bacheca su un proprio sito? E per di più in un momento topico come durante la fase di lancio di un nuovo prodotto. Una bacheca che permette agli utenti di personalizzare i propri messaggi in un template grafico con tanto di brand e prodotto ufficiale in vista, di salvarlo e condividerlo con i propri amici. No, non ci credo, non è una svista ammissibile nel 2014, tanto più se dura da qualche giorno e i commenti volgari non vengono ripuliti. Allora, come prima cosa e per avere la mente lucida mi sono fatto 4 risate – da bar – leggendo i commenti più creativi. Vi copio qui un piccolissimo estratto.
Di seguito ho iniziato ad associare le mie risate “da bar” allo spirito reale di un prodotto come la birra (hard o soft che sia) e al buzz online di questi giorni con un immenso passaparola generato da gente che dice: “guarda qui cosa scrivono sulla bacheca Ceres…”, “guarda cosa ho scritto io”, “ma secondo te è vero che… ?” etc, etc.. In questo quadro poi meno interviene la censura o la moderazione più il contenuto e la creatività fuori dagli schemi (anche se a volte pure fuori dal buongusto) diventa virale. Ed ecco la conclusione: l’operazione è geniale. In un modo come quello Social, apparentemente libero da eccessive regole e censure ma imbavagliato quando dalla comunicazione dei singoli si passa ad analizzare la comunicazione dei brand, ecco che arriva qualcuno (Ceres?) che per la prima volta agisce come fosse un singolo, una persona in carne e ossa, senza troppi vincoli di bon ton ma con la sola voglia di esprimere un’identità, fosse anche colorita e sopra le righe, che rappresenta il suo carattere brioso e scherzoso.
In tempi non sospetti (ancora la risposta non ce l’abbiamo) io propendo per questa possibilità, viceversa mi spiacerebbe per le sorti dell’account addetto alla moderazione di quel sito. Potrebbe passare un brutto quarto d’ora. Ad ogni modo che sia voluta o no l’esito di un esperimento simile mi lascia molti spunti per il futuro e non mi fa necessariamente urlare all’Epic Fail come fanno in molti.
Gli appunti di oggi invece riguardano un’utilizzo del social e della potenzialità digitale per scopi più “nobili” del semplice cazzeggio a cui spesso faccio riferimento. Grazie ai contributi più o meno estemporanei di tutti gli utenti iscritti a un servizio o utilizzatori di una specifica tecnologia di geo-localizzazione è possibile arricchire le mappe cittadine di informazioni altrimenti non acquisibili.
Nessuna classica guida turistica ad esempio ci dice quali sono le strade più illuminate di un quartiere percorso a piedi di notte, quelle con il maggior numero di negozi di scarpe durante un momento di shopping compulsivo, i percorsi in cui sarebbe più bello andare a fare jogging, i quartieri in cui sarebbe più comodo andare a vivere se la mattina tra le 8 e le 9 si devono portare i figli a scuola in un posto e poi recarsi in un ufficio collocato in un altro..etc.
Solo chi in una città ci vive può fornire volontariamente questo tipo di feedback e solo tracciando milioni di spostamenti e tragitti è possibile comprendere e definire trend metropolitani e prendere decisioni su: case da acquistare, tragitti da percorrere, mezzi da utilizzare, etc. Se poi ci si mette nei panni delle pubbliche amministrazioni immaginate il riflesso di certe informazioni sulle politiche da intraprendere in termini di ramificazione dei trasporti pubblici, disponibilità di parcheggi, interventi di messa in sicurezza di zone ad alto rischio, lavori pubblici, etc..
E’ con questa premessa che segnalo 3 progetti interessanti in questo senso sia dal punto di vista tecnologico che, a mio avviso, civico.
Uno – hubcab – sponsorizzato da Audi e Ge di Mapping degli spostamenti dei Taxi della città di New York effettuato mappando 140 milioni di tragitti di Taxi sulle strade di NYC.
L’utilizzo di una tecnologia simile di mappatura permette da una parte di rilevare i trend di traffico nelle diverse zone della città e di agire di conseguenza (sia lato utente che lato Pubblica Amministrazione) e dall’altra di ottimizzare gli spostamenti tra conoscenti reali o virtuali che possono, conoscendo la posizione e i tragitti di altre persone, chiedere un passaggio in tempo reale e raggiungere facilmente e in modo low cost ed ecologicamente sostenibile la propria comune destinazione.
Il secondo progetto riguarda la condivisione di segnalazioni e opinioni sulla città da parte dei cittadini attraverso le chiamate a numeri dedicati ai reclami e la generazione di icone automatiche circa i reclami più frequenti di ogni zona. E’ quello che fa HereHere… un progetto sviluppato dai laboratori di Microsoft che ripropone una cartina di New York costantemente aggiornata a seguito delle chiamate arrivate al 311.
Passando dagli States a casa nostra un primo esperimento di Mappe evolute arriva con l’iniziativa milanese MAPPAMI, che con una forte componente di gamification e meccanismi premianti punta a coinvolgere turisti e cittadini in tour interattivi nelle strade della città. Un modo interessante per raccogliere e fornire informazioni aggiuntive altrimenti impossibili da condividere.