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[TOOL] Come gestire facilmente le schede di navigazione con One Tab

[TOOL] Come gestire facilmente le schede di navigazione con One Tab

Sappiamo tutti che una delle piaghe del nuovo millennio è il Digital Multitasking, un malessere che in Italia colpisce mediamente 6 persone su 10 (quelle che hanno accesso a internet). I sintomi di questa patologia sono tanti. Uno dei più frequenti  è quello che ci porta ad aprire schede di navigazione in serie saltando da un sito all’altro senza soluzione di continuità.
Faccio outing e confesso che anch’io durante le mie giornate al pc accumulo, nel tentativo di parallelizzare diverse attività, tante tab aperte in contemporanea all’interno del browser avendo grossomodo questa visione.
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A volte, soprattutto quanto effettuo ricerche e benchmarking, le schede aperte sono talmente tante che faccio fatica a ritrovare quelle che mi servono, altre volte finisce per andare in tilt il browser e tutto si chiude in maniera inaspettata.
Oggi ho finalmente trovato la soluzione, o forse dovrei dire la cura, a tutto ciò. Si chiama One Tab ed è un’estensione per Google Chrome e Firefox e che si installa in 3 secondi. Facilissima di usare permette di:

  • creare con un semplice clic, e in “una tab” unica appunto, una lista aggregata delle tab di navigazione aperte di cui sarà semplice leggere i nomi per esteso delle pagine visitate;
  • aggregarle per categorie personalizzabili (nello screenshot vedete un piccolo esempio) in modo che sia più intuitivo ripescare quelle che ci interessano;
  • risparmiare, una volta aggregate tutte in oneTab, un’infinità di memoria (il 95%) del vostro computer evitando che il browser si impalli o la sessione si chiuda all’improvviso.

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A me questa estensione sta rivoluzionando, nel suo piccolo, il modo di gestire la navigazione, spero sia utile anche a voi. Per tutti gli altri problemi di frenesia e multitasking digitale direi che fare una pausa camomilla in più è la soluzione migliore.

[CASE STUDY] Lo storytelling per creare empatia

[CASE STUDY] Lo storytelling per creare empatia

La parola storytelling è onnipresente quando si parla di contenuti di comunicazione in grado di coinvolgere gli utenti nei luoghi social (e non) in cui vengono a contatto con brand, prodotti e personaggi famosi. Ma di cosa si tratta? Quali sono gli esempi da imitare? Quando va utilizzato lo storytelling?
La pratica di raccontare una storia per veicolare dei valori è quanto di più antico e primordiale ci si possa immaginare in termini di comunicazione. Pensate, ad esempio, alle fiabe per bambini che utilizzano intrecci e fatti fantastici per comunicare una morale che altrimenti resterebbe puramente teorica e fredda. Così come abbiamo imparato a non fidarci degli sconosciuti dalla storia di Cappuccetto Rosso potremmo imparare a conoscere la bontà e soprattutto la genuinità e la tradizione familiare di una crema spalmabile percorrendo la vita di qualcuno in parallelo a quella del prodotto stesso. Un esempio classico è rappresentato dallo stile dello spot 2013 di Nutella (che continua a lavorare sulla stessa strada anche quest’anno) che al di là del concetto della personalizzazione del barattolo, altro punto forte di creazione dell’empatia, di fatto cattura l’utente raccontando una storia in cui questi si può facilmente immedesimare.

Dunque il gioco è semplice, racconto una storia e alla fine il prodotto entra quasi in punta di piedi a sostituire quella che è la morale della fiaba restando nella mente di chi guarda in modo emotivo molto più che razionale.
Lo storytelling ha un potere grandissimo anche in situazioni in cui occorre comunicare temi molto delicati. Pensate ad esempio ad un Aeroporto che deve comunicare il piano di lavori per l’ampliamento del suo impianto. Parliamo di progetti che comportano, tra le altre cose, un impatto ambientale non indifferente e attirano l’attenzione (a volte ostile) di istituzioni, associazioni e gruppi sensibili al tema. Come convincere la gente che il progetto merita la fiducia di tutti? Raccontando storie positive come fa l’aeroporto di Heathrow che mostra a genitori e figli attraverso piccole e realistiche storie di vita come un aeroporto più grande possa facilitare la realizzazione di progetti, sogni e obiettivi delle giovani generazioni.
Potevano insistere sui 5 benefit promessi (vedi immagne sotto) magari raccontando il progetto e i numeri dello stesso…
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… invece hanno preferito raccontare le storie di due ragazzi che da piccoli – dolci e sempre viral – bambini imparano la vita, coltivano sogni e riescono a realizzarli una volta grandi proprio perchè esiste un aeroporto in grado di permettere alle loro speranze di “prendere il volo”.

Come per Nutella anche per questo caso di Heathrow la “morale della favola” è: il brand ti è vicino, apprezzalo, amalo, sostienilo perchè è parte di te.

[CHART] I siti più condivisi nel mese di settembre su Facebook

[CHART] I siti più condivisi nel mese di settembre su Facebook

Decidere con che stile e con quali contenuti animare i propri piani editoriali social significa anzitutto avere chiari i comportamenti degli utenti sui canali social. Ci sono regole generali legate ai concetti di intrattenimento piuttosto che di informalità e poi ci sono indicazioni di dettaglio che cambiano nel tempo, influenzano e si lasciano influenzare da tendenze e forme di comunicazione di altri media (tv, blog, riviste e quotidiani online, etc). Uno dei modi per comprendere i linguaggi e i contenuti più apprezzati dagli utenti social è quello di monitorare le fonti più condivise dagli utenti e andare di seguito ad analizzarne (e dove serve a imitarne) i tagli editoriali.
Ecco di seguito la classifica con i siti più condivisi su facebook nel mese di settembre. Provate a cercare tra i loro contenuti quelli più vicini al vostro mondo e ripubblicateli online, magari aggiungendo un breve commento, sarà un buon modo per testarne l’efficacia verso i vostri utenti. Partendo da quelli poi potrete costruire contenuti Home Made, personalizzati ma titoli, linguaggio, lunghezza, immagini a corredo simili.
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[INFOGRAPHIC] GDO e Social Media. Lidl, Carrefour e Conad le best practice da imitare.

Scegliereste un supermercato in base a quanto è bravo a comunicare su Facebook? Forse no, magari ci andate semplicemente perchè è il più vicino a casa vostra o perchè propone prodotti o prezzi migliori degli altri. Partendo da questo punto fermo però è innegabile che nel tempo inizierete ad affezionarvici, che in qualche modo le offerte, le suggestioni e tutti i messaggi che possono arrivarvi dai suoi canali online potranno influenzare le vostre scelte di consumo.
Basterebbe questo a motivare agli occhi di un’insegna della Grande Distribuzione Organizzata l’investimento in Social Media Marketing. Eppure non tutti la vedono allo stesso modo e a best practice di settore si alternano altri casi che mettono in luce player ancora poco convinte dell’utilità del Social nella propria strategia Marketing.
L’“Osservatorio Brands e Social Media”, realizzato da Digital PR e OssCom – Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica ha da poche ore pubblicato i risultati salienti del sui studio dedicato alla GDO ed eccoli tutti riassunti in un’infografica.

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[SOCIAL CONTENT] Come decidere cosa postare su Facebook e Twitter: i trend topic.

In alcuni post precedenti ho condiviso alcune suggestioni e qualche suggerimento utile alla compilazione del cosiddetto “piano editoriale” social di un brand.

Oggi aggiungo un’altra piccola importante attività da integrare alle vostre abitudini giornaliere: il monitoraggio dei trend online. In poche parole fate in modo di conoscere e di conseguenza di postare sui temi che ogni giorno gli utenti stanno cercando online o su quelli di cui stanno già parlando. Perché questa attività funzioni è fondamentale una componente: la tempestività.
COME FARE:
Ipotizziamo che siate community manager per un marchio produttore di smartphone.

  1. Individua un tema coerente (anche un po’ alla larga) con i contenuti della tua brand page. Per farlo utilizza Google Trends, lo strumento di Google che mostra giorno per giorno i temi più cercati dagli utenti (di seguito il widget importabile all’interno di un sito o gruppo di lavoro online).
    Potrai scegliere tra i temi più cercati quello che cita Il titolo di un film, ad esempio “il cavaliere oscuro” che sarà in onda in prima serata. https://www.google.it/trends/hottrends/widget?pn=p27&tn=10&h=413
  2. Crea un’associazione con un valore o un prodotto del marchio in modo da produrre un contenuto originale.
    Tornando all’esempio, se hai scelto il titolo di un film potresti pensare a come possa essere la visione dello stesso su uno dei modelli di smartphone a catalogo in modo da esaltarne i colori, la risoluzione o le dimensioni dello schermo.
  3. Declina testualmente e graficamente il tutto facendo attenzione ai diritti d’autore.
    Potresti scrivere: “Se la saga del Cavaliere Oscuro vi appassiona provate a portarla con voi e vederla ovunque con il nostro ModelloXX” accompagnando al testo una grafica in cui nel display del vostro modello di cellulare richiamate il mondo dei fumetti o del film in oggetto senza però utilizzare un’immagine protetta dai diritti d’autore.
  4. Postate entro due-tre ore da quando avete rilevato il trend
Chiaramente la stessa dinamica è possibile utilizzarla per l’ideazione di contenuti sia su Facebook che su Twitter con un’aggiunta in più in questo secondo social network, ovvero la possibilità di incrociare ai temi più cercati anche quelli più discussi – grazie ai Trend di Twitter (vedi schermata sotto). In questo modo sarà possibile scegliere in quali “discussioni social” andare a collocare il vostro messaggio ed eventualmente quali utenti citare nel momento in cui il vostro contenuto dovesse essere davvero originale e ingaggiante.
Ultima raccomandazione. Mi raccomando, valutate sempre bene l’opportunità di associare il marchio o i suoi prodotti ai vari temi oggetto dei trend. In passato grandi marchi hanno commesso gravissimi errori cercando di cavalcare con messaggi promozionali discussioni su temi delicatissimi trascendendo nel cattivo gusto e venendo criticati da utenti e mass media.