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Social Ads, usare i target geografici per migliorare le proprie campagne.

Normalmente pianificando una campagna di Social Advertising si è sempre molto attenti a personalizzare il target in base ai propri interessi. Se stiamo promuovendo un deodorante per ambiente, una paella surgelata o un nuovo modello di scarpe sportive ci rivolgeremo a persone che siano interessate rispettivamente alla cura della casa, alla paella / riso, allo sport / abbigliamento.
Spesso però, rispetto all’investimento messo in campo per la promozione di un post o di una pagina, il target raggiungibile è molto più ampio e nonostante l’impostazione di diversi filtri per età, sesso e interessi rischiamo di sparare ancora un po’ nel mucchio intercettando persone più e meno sensibili al nostro annuncio e spendendo qualche ero in più di quello che potremmo fare.
Per questo motivo oggi vi invito a ragionare molto anche su un parametro in più, un parametro spesso sottovalutato: la targettizzazione geografica.
Le regioni non sono tutte uguali, non lo sono per ricchezza, cultura, abitudini e di conseguenza per distribuzione della spesa di ciascun individuo / famiglia. E’ per questo che se fate caso ai dati di alcuni post promossi di un qualunque marchio vi renderete conto che ci sono regioni che quasi sempre rispondono meglio di altre. Non è un caso e anche se promuoviamo brand che vendono magari su tutta Italia se i loro post sponsorizzati hanno budget ridotti è inutile targettizzare in tutta la nazione le campagne.
Per questo motivo in fase di pianificazione e successivamente di ottimizzazione di qualsiasi campagna Social è opportuno ragionare sui criteri geografici. Le fonti da cui raccogliere dati sono 3:

  1. IL CLIENTE:
    forse il più importante, è l’unico in grado di dirci quali sono in un dato momento i volumi di vendita di un prodotto/servizio in base alle aree geografiche (questo vale sia per beni e servizi venduti su canali fisici che su canali online su cui è sempre possibile tracciare l’origine e il potere d’acquisto medio dell’acquirente).
  2. I DATI DELLE CAMPAGNE SOCIAL (quelle Facebook su tutte):
    chiaramente questi avranno valore crescente quanto più avrete avuto modo di pubblicare e testare le sponsorizzazioni. “Un post non fa primavera” ma sicuramente dopo una trentina di promoted post su un territorio esteso (nazionale o quanto meno regionale) inizierete ad avere chiara la provenienza geografica dei vostri principali estimatori. Ricordatevi di guardare i dati facendo le dovute proporzioni tra i valori in campo, non guardate solo i valori assoluti altrimenti le regioni più popolose saranno sempre avvantaggiate.
    Di seguito condivido un’analisi tipo che faccio io per capire quali in quali regioni i miei post stanno funzionando meglio.
    QUALI DATI SELEZIONARE: anzitutto visualizzate ed estraete i dati di dettaglio sulle performance geografiche: 
    facebook-area-geografica
    i dati che il tool pubblicitario di facebook fornisce riguardano: Risultati (Clic, like, share, commenti), Copertura (gli utenti raggiunti) e il costo per Risultato. Come vedete dall’immagine sotto con l’estrazione dei dati di una piccola campagna che ho fatto di recente io ne aggiungo un altro che è l’Engagement Rate ovvero il rapporto percentuale tra Risultati e Copertura in grado di dirmi quante persone interagiscono con me ogni 100 persone raggiunte.
    COSA GUARDARE: A questo punto mettete in evidenza le regioni che fanno registrare un costo per risultato inferiore alla media (le vedete evidenziate in giallo). Poi selezionate quelle che fanno registrare un Engagement Rate superiore alla media. Dall’Incrocio di questi due gruppi verranno fuori le aree che vi costano meno a livello di risultati e sono al tempo stesso più propense ad interagire con voi (le vedere evidenziate con la scritta TOP). Come vedete dalle regioni con le migliori performance resta fuori quella in cui questa specifica campagna ha portato più risultati in termini assoluti: la Campania. In questo caso aree come questa costituiscono una variabile da gestire in base agli obiettivi. Se mi interessano i volumi più dei costi magari me la porto dietro tra le regioni top altrimenti la lascio in una fascia di target B. Analisi Geografica Performance POST Facebook
    COSA FARE DELLE INDICAZIONI RACCOLTE: se le analisi sui post successivi dovessero confermare queste regioni come le più interattive con i miei contenuti varrà la pena valutare di concentrare il futuro budget promozionale solo su quelle regioni per ottenere con lo stesso investimento un maggior numero di utenti coinvolti. E’ chiaro che queste siano riflessioni fatte al netto dell’importanza strategica di ciascun area geografica per il marchio. Va da sé, infatti, che se per un brand una regione come in questo caso la Basilicata o le Marche, ad alto costo e bassa interazione, sono strategiche (vedi punto uno di questo post) la strategia dovrà tenerne conto.
  3. I DATI DI MERCATO:
    in quest’ultimo caso, a meno che non si commissionino costosi studi e analisi ad hoc, useremo fonti come ad esempio i dati ISTAT in grado di fornirci indicazioni generiche su settori macro. Informazioni in grado di indicare quali sono le aree potenziali di azione di un’azienda. Questo tipo di dati sono molto utili sopratutto in fase iniziale di un progetto quando in mancanza di input del cliente e informazioni su campagne pregresse (punto 1 e 2) è necessario fare delle ipotesi sul target potenzialmente più sensibile a certi temi.Utilizzando fonti come questa infografica interattiva del sito del Sole 24 Ore è possibile navigare nei dati ISTAT riferiti alla spesa Regionale delle famiglie italiane nel 2015 suddivisa per settore di consumo.
    Verranno fuori dati come questi che mostrano ad esempio come parlando di Food sia la Toscana la regione a spendere in assoluto più soldi in media ma anche che, facendo la proporzione percentuale sul potere d’acquisto delle famiglie siano le regioni del Sud, su tutte la Calabria, quelle che spendono la fetta più grande dei propri guadagni in alimentarie e bevande analcoliche. Saranno forse proprio queste quelle più interattive con i post a tema. istat-spesa-prodotti-alimentari
    Situazione invertita quando si parla di spesa per attività ricreative, spettacoli e cultura. E’ il nord a fare da traino con il Trentino quale regione principe sia in senso assoluto che per percentuale spesa rispetto al totale mensile. Se volessi promuovere un evento di portata nazionale, chessò il concerto di Bruce Springsteen a Milano, o l’Expo, a prescindere dalla vicinanza geografica saranno comunque queste le regioni da cui mi aspetterei maggiori interazioni.istat-spesa-spettacoli-cultura
    Ultimo esempio riguarda il settore Abbigliamento in cui Milano (e la Lombardia) si conferma capitale della moda con il maggior esborso totale ma in cui è nuovamente il sud Italia a mostrare un interesse sopra la media con regioni come Basilicata, Puglia, Campania e Sicilia in cui attorno al 6% dello speso mensile riguarda questo ambito di prodotti. In questo caso se dovessi scegliere le regioni su cui pianificare una campagna Social a basso budget punterei su un mix tra regioni come Lombardia e Valle d’Aosta che spendono notevolmente più della media e altre come Basilicata e Puglia molto attente a questo comparto piuttosto che ad altri.
    istat-abbigliamento-calzature

Per chiudere dunque spero di aver reso l’idea di quanto riuscire a parlare con il pubblico giusto attraverso un post passi anche dalla definizione delle aree geografiche. Spero possiate avere tempo e modo di collaudare questo approccio. Forse comporta qualche “sbattimento” analitico in più di quello che un’agenzia media è disposta a fare ma credo che i risultati passano valere la fatica.

[Infografica] Dati Instagram in Italia nel 2016

Instagram, cambia, cambia sempre. E non parlo solo dell'evoluzione del loro, delle funzionalità e della possibilità di investirci a livello pubblicitario. Parlo di quello che è il motore di questo canale come di tutti i canali social: gli utenti.

A solo 6 mesi di distanza dall'ultima analisi sui principali numeri di Instagram in Italia (pubblicata a Novembre 2015) le differenze sembrano essere davvero tante, tutte a testimoniare la crescita di utilizzo di questa piattaforma social di condivisione di immagini e video.

Dati Instagram Italia 2016

Ecco allora alcune considerazioni per punti:

  • 1.000.000 di utenti in più rispetto a 6 mesi fa per un totale di 7.890.000 di utenti Italiani.
  • un canale a maggioranza femminile con il 54% di utenti italiane donne, ben 4,2 milioni
  • Millennials a tutto spiano, con 4,8 mln di utenti tra i 18 e i 34 anni, il 61% del totale, una fascia in crescita di 600 mila unità rispetto a 6 mesi prima.
  • Per le altre fasce di età mentre, imprevedibilmente resta stabile il numero degli utenti sotto i 18 anni crescono gli utenti appartenenti alle fasce più adulte con più 400 mila utenti per la fascia tra i 35 e i 55 anni. Non solo più ragazzini dunque, anzi, l'età media parla di un canale più molto più maturo rispetto agli inizi.
  • Per la classifica sugli utenti regionali mentre la Lombardia resta al primo posto la Campania scalza il Lazio alle seconda posizione.
  • La regione che in assoluto cresce di più è la Sicilia (+130.000 utenti) seguita da Puglia e Campania (+120.000) testimonianza che la crescita maggiore dell'ultimo periodo è legata alla diffusione al sud di questo social. Se guardiamo questo dato in termini di crescita percentuale sono le regioni più piccole: Basilicata (+75%), Valle d'Aosta (+74%) e Molise (+53%) quelle con il tasso di crescita maggiore.

Riassumendo siamo d'avanti a un pubblico mediamente più adulto, abbastanza diviso per sesso e a una maturità d'utilizzo a livello nazionale senza più eccessiva concentrazione al centro-nord.

Instagram cambia, evolve, cresce e sempre più diventa un canale maturo per l'utilizzo in più settori. Pianificate in maniera altrettanto esponenziale i vostri sforzi.

[Nota: VISUALIZZA QUI I DATI INSTAGRAM AGGIORNATI AL 2017]

14 consigli per gestire bene una pagina LinkedIn

Qualcuno di voi ha letto della recente acquisizione di LinkedIn da parte di Microsoft, un’operazione del valore di 26,2 miliardi di dollari che testimonia quanto il social network professionale più grande del mondo sia inquadrato come uno dei canali più efficaci per ottenere un contatto diretto con il mondo business.
In quest’ottica sempre più spesso mi trovo a lavorare a strategie di comunicazione BtoB che abbiano al centro proprio LinkedIn. Per gestirlo al meglio le cose da sapere sono tante e altrettanta la pratica con cui affinare linguaggi, tattiche e content production. Per iniziare bene però è opportuno avere chiaro l’approccio generale alla gestione di una pagina Business. Ecco quindi una breve presentazione con 14 consigli pratici per gestire al meglio un profilo aziendale su LinkedIn.

(NOTA: se state leggendo questo post su SMARTPHONE è possibile che le slide non scorrano, in tal caso fate clic sul link sopra queste due righe per leggerle direttamente dal sito di SlideShare).

[Dati] Le App più scaricate in Italia ad Aprile 2016. Whatsapp leader ma occhio a Miitomo.

Nell’attività periodica di analisi dei trend legati alle applicazioni mobile ecco un aggiornamento alle precedenti classifiche con le app più scaricate in Italia nel mese di Gennaio 2016 (fonte App Annie).
Nell’ultimo post emergeva la stabile leadership di Whatsapp, in testa alla classifica delle app gratuite più scaricate su iOs e Android. La situazione non cambia nemmeno nella prima parte dell’anno come mostrano i grafici seguenti con la posizione in classifica giorno per giorno negli ultimi 12 mesi per ciascuno dei due sistemi operativi analizzati. Vedete come difficilmente l’app scende dal podio anche se, almeno su iOS, qualche segnale di “saturazione” e quindi rallentamento del numero dei download, sta iniziando a vedersi.

Whatsapp_trend_download_2015-2016_Android

Trend dei download di Whatsapp in Italia su Android (Fonte: App Annie Giugno 2015 – Maggio 2016)


Whatsapp_trend_download_2015-2016_iOS

Trend dei download di Whatsapp in Italia su iOS (Fonte: App Annie Giugno 2015 – Maggio 2016)


Inutile invitare tutti a una riflessione in più su come utilizzare a scopo marketing quest’app presente ormai sui dispositivi della maggior parte dei propri clienti e prospect.
Smarcata la prima posizione vediamo le altre della classifica delle app ripartita per numero assoluto di download e per redditività nel mese di Aprile 2016.
Top app aprile 2016 iOs + android
Al secondo posto c’è Facebook Messenger, sorella di WhatsApp, in tutti i sensi essendo entrambe figlie di Facebook (terzo in classifica), che rappresenta un altro canale di comunicazione con i propri clienti da considerare al pari dei più collaudati: call center, mail e fax.
Entra nella top ten Snapchat, al quarto posto, app che fino ad oggi ho personalmente considerato ancora “di nicchia” per la comunicazione dei brand ma che inizia ad avere numeri interessanti anche in Italia. Nel giro di qualche mese quindi l’investimento su questo canale potrebbe valere il ritorno generato. Iniziate a guardare le case history in merito. A conferma della diffusione del linguaggio Visual peculiare di Snapchat con le varie modifiche a foto e video troviamo al quinto posto MSQRD, app di Facebook che riprende le funzioni di foto e video ritocco native di Snapchat.
Oltre alla conferma di Instagram e Shpock espressioni ulteriori del successo dei canali Social e dell’emergere del mobile Commerce segnalo la “classica” rotazione dei giochi con new entry come Slither.io, una sorta di Snake 2.0 (lo dico per i nostalgici dei Nokia 3210).
Interessante la decima posizione occupata da Miitomo, l’app di Nintendo, che è una via di mezzo, tra una chat e un gioco. Appunto per questo è definita un gioco di interazione sociale. Creato infatti il proprio personaggio nel classico stile dei Mii Nintendo questo accrescerà i livelli e le funzioni di personalizzazione grazie alle capacità dell’utente di interagire con i personaggi dei propri amici. Più azioni e interazioni verranno effettuate dagli utenti conoscendo sempre meglio i dettagli e di conseguenza caratteri e preferenze dei propri amici più il proprio personaggio acquisirà valore. Quest’app, lanciata in Italia a fine marzo, sarà un fuoco di paglia o rappresenterà un modo nuovo e alternativo di conoscere e farsi conoscere in maniera meno superficiale? Lo scopriremo nella prossima classifica. Intanto testatela.

Tra le app a pagamento Clash of Clans, al primo posto per diversi mesi davanti alle molteplici versioni di Candy Crush, ha ceduto il posto a Clash Royale, rimandendo comunque sul podio. Le altre posizioni restano pressochè inalterate e testimoniano che la maggior parte della spesa per l’acquisto di app da parte degli utenti si concentra sui giochi. Unica eccezione, al decimo posto di questa seconda classifica, è rappresentata dall’App del Corriere della Sera, piccola speranza per il mondo dell’editoria in cerca di strade alternative di revenue.
 

[Stats] I brand moda e accessori più seguiti su Instagram

Il primo passo per progettare un’attività di successo è sempre, SEMPRE, il banchmarking. Solo da un confronto onesto e senza pre-concetti (tipo: “sono il più bravo”, “non ho veri competitor”, “la mia creatività è una bomba”, “so cosa funziona sui social”) con quanto già pubblicato e raccontato dai competitor è possibile inquadrare non solo lo stile di un brand rivale (e per riflesso il proprio) ma anche quali siano gli atteggiamenti e le risposte degli utenti ai singoli contenuti.
Oggi mi concentro su un settore e un canale che sono fatti l’uno per l’altro ovvero il Fashion su Instagram. In particolare condivido una Chart e un’infografica molto interessanti elaborate dagli amici di Blogmeter che fotografano in maniera immediata le performance dei brand protagonisti di questo settore e forniscono una prima lista di nomi e case history da approfondire nel caso in cui lavoriate in quest’ambito.
Il primo è un grafico elaborato in occasione della Fashion Week di Febbraio 2016 a Milano e mette in evidenza i top brand su Instagram per numero di Follower e per performance registrate durante i 5 giorni dell’evento. I 64 brand analizzati hanno registrato una media di pubblicazione di 31 post durante l’evento (6 medi al giorno) e un volume di interazioni tra like e commenti superiore ai 10 milioni. Brand leader in maniera netta sono Gucci e Prada, primi due nomi da analizzare nel dettaglio insieme a Versace, Fendi e Armani.
Brand-Fashion-Instagram
La seconda Chart riguarda un’analisi verticale sui brand di scarpe e accessori in un periodo più ampio del primo sui brand di abbigliamento. In questo caso parliamo del quadrimestre gennaio-aprile 2016 e di conseguenza di un volume di interazioni elevatissimo con il leader, Michael Kors, che arriva a 18 milioni di interazioni. Segue Christian Louboutin. Seguono ma molto distanziati, Jimmy Choo, Giuseppe Zanotti e Steve Madden, brand da tenere d’occhio perché registrano ottimi risultati con un volume di post pubblicati inferiore alla media dei top di settore. Interessante, in questa analisi, l’emergere di un posting che ritrae e cita diversi influencer facendo leva sulla loro celebrità online e del successo di scatti ambientati all’esterno anche in contesti inusuali per i prodotti ritratti.
Infografica-Instagram-Fashion-Shoes-Accessories-Chart