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Tutti gli articoli di Vincenzo Dell'Olio

Il modello del gancio di Nir Eyal (da Hooked)

Il modello del gancio di Nir Eyal (da Hooked)

Il successo maggiore che si possa ottenere lanciando un prodotto o un servizio è che questo diventi un’abitudine nella vita dell’utente.

È questo il tema di Hooked, il libro del 2015 di Nir Eyal che mostra un modello attraverso cui si possono descrivere la maggior parte dei fenomeni ricorsivi entrati nelle nostre vite nell’ultimo decennio. Dai videogiochi ai social network passando per dispositivi smart e servizi in streaming di vario tipo è facile individuare gli schemi e i punti di forza che hanno reso “immancabile” nelle giornate di molti la propensione verso determinati prodotti e servizi.

Il modello in questione è quello del gancio descritto in modo molto semplice nello schema di seguito.

Hooked - Modello del gancio di Nor Eyal
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30 branded content sulla Banana di Cattelan

30 branded content sulla Banana di Cattelan

Uno si chiede “ma questa è arte?”. È già successo, capiterà ancora. Ce lo siamo domandato davanti alla scatola di fagioli Campbell di Andy Warhol, guardando l’orinatoio di Duchamp o studiando attentamente il vasetto “merda d’artista” di Piero Manzoni.

La risposta è sempre la stessa: Si. L’arte è l’atto di dare forma ad un pensiero, qualsiasi esso sia. L’arte non deve essere bellezza, non necessariamente tecnica convenzionale, non può essere ridotta o esaurita con una spiegazione verbale poiché linguaggio essa stessa, da sola.

L’arte è emozione, creatività, espressione ma quel che mi colpisce di più, l’opera d’arte è materia viva, mutevole in base al contesto storico, a quello sociale, alle reazioni e alle interazioni con media, massa, artisti e persino brand.

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Case Study: Bacardi e la sostenibilità ambientale.

Case Study: Bacardi e la sostenibilità ambientale.

Sempre più spesso il tema di “come comunicare la sostenibilità ambientale di un brand o di un prodotto” al pubblico è all’ordine del giorno degli incontri tra marketing manager e agenzie di comunicazione.

Spesso se ne parla senza un reale o importante orientamento dell’azienda in termini di politiche di produzione e iniziative di CSR. Molte volte l’azione è quasi ed esclusivamente dettata dalla necessità di “posizionarsi” come marchi sensibili ad un trending topic.

Sia nel caso di tradurre in contenuti di comunicazione e marketing una reale e concreta presa di coscienza ambientalista dell’azienda sia in quello in cui la campagna si “limita” a voler sensibilizzare su un tema è importante muoversi con coerenza allo stile del brand.

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Black Friday 2019: +37% di acquisti con carta di credito, +48% i pagamenti online.

Black Friday 2019: +37% di acquisti con carta di credito, +48% i pagamenti online.

Impennata di transazioni e pagamenti digitali per il Black Friday 2019. Giunto in italia da pochi anni questo momento di saldi o pseudo saldi prenatalizi registra balzi in aventi di interesse di anno in anno.

I dati di un’analisi diffusa da SIA parlano chiaro: venerdì 24 novembre sono state 18,4 milioni le transazioni effettuate con carta di credito (su circuito fisico + online), +34,3% rispetto al venerdì precedente, +37% rispetto al Black Friday 2018.

I pagamenti legati ad acquisti online sono stati 4,9 milioni, il 26,7% del totale, una cifra non banale considerando il peso ancora relativamente esiguo dello shopping online sulle vendite generali degli esercizi commerciali italiani. Rispetto al 2018 la crescita dei soli pagamenti online è stata del +48,4%.

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Marketing: meglio la confort zone della maggioranza o l’out of the box della minoranza?

Marketing: meglio la confort zone della maggioranza o l’out of the box della minoranza?

“Ogni volta che ti trovi dalla parte della maggioranza, è tempo di fare una pausa e riflettere.” – Mark Twain

Questa frase che tanto adoro sembra negare il presupposto stesso del Marketing e della pubblicità.

Chi comunica verso pubblici del cosiddetto mass market è chiamato (generalizzo) a saper pensare come la maggioranza per comprenderla, raggiungerla, affascinarla e convertirla.

Spesso dobbiamo sforzarci di “negare” le nostre intuizioni, “banalizzare” i nostri percorsi e i nostri output creativi in nome di un pubblico più semplice di noi per gusti, cultura e criteri di scelta.

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