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Dalla Long Tail alla Pizza Biologica. Le nicchie nelle Internet PR

Quando parliamo di Internet Pr fra le regole fondamentali che continuiamo a ribadire c’è il concetto, mutuato dal modello della Long Tail di Chris Anderson, secondo cui per affermarsi in un mercato ricco di attori e contenuti risulta molto più strategico rispondere alle esigenze e alle richieste di una nicchia d’interesse che gettarsi a testa bassa nell’oceano delle discussioni top su ciascuna macroarea.

In sostanza se mi sto occupando di promuovere una pizzeria piuttosto che creare una fan page sulla Pizza sarebbe molto più utile e fruttuoso crearne una sulla pizza quattro stagioni o, meglio ancora, sulla pizza biologica e via dicendo. Più riusciamo a individuare ed entrare nel “cuore” di una delle nicchie di interesse più è facile che la concorrenza (professionale o di utenti indipendenti) abbia lasciato scoperta una fascia, una categoria, un sotto-argomento. E’ quello che deve diventare il terreno in cui dimostrare e mostrare la propria specializzazione ed esperienza. Sarà quello il nostro posto.

Un pò per gioco, un pò perchè a lungo andare potrebbe tornere utile nell’ambito di vari progetti di internet pr veicolati su facebook, mi piacerebbe iniziare a tracciare le fan page presenti all’interno del social-network riguardo i temi più chicchierati in rete: auto, cibi, musica, ideologie politica, moda e stili di vita nel senso più ampio del termine.

Dal momento che l’ho citata sopra inizio questo censimento tematico proprio con la Pizza, tracciando le fan page più numerose per una serie di voci associabili al celebre piatto. Ovvio che i risultati principali in termini quantitativi si riferiscano a fan page che hanno come nome semplicemente “pizza”. Sarebbe inutile dunque crearne un’altra, passeremmo inosservati. Ecco un’idea della numerosità di fan per alcune delle categorie ricercate:

Pizza – 4.610.242 fan

Pizza Hut – 1.063.363 fan

Papa John’s Pizza – 751.366 fan
Pizza napoletana – 286.861 fan

Pizza bianca con la MORTADELLA – 50.165 fan
PIZZA 1969 GOURMET – 44.848 fan
pizza Margherita – 12.389 fan
pizza Capricciosa – 772 fan
Pizza Prosciutto e Fichi – 772 fan
Pizza Bianca – 746 fan
Pizza prosciutto e funghi – 615 fan
pizza alla nutella! – 520 fan
Pizza Salsiccia & Friarielli – 248 fan
pizza alla marinara – 229 fan
Pizza Salmone e Panna – 147 fan
Pizza vegetariana – 126 fan

pizza 4 stagioni – 46 (non esistono fan page, solo un gruppo)
Pizza wrustel e patatine – 22 fan

pizza ai peperoni, alle melanzane, alle zucchine.. 0 occorrenze.
0 occorrenze anche per la pizza biologica.
Potremmo aprire una fan page su una di queste… che dite?
Prima però dovremmo aprire una pizzeria mi sa.

Buon appetit…. ops,
alla prossima

I Brand Enthusiast. Il Caso Vans

Se state leggendo queste righe all’interno del blog in cui sono state scritte è chiaro a tutti che l’autore è Vincenzo Dell’Olio ai più noto con l’originale contrazione “Vins”. Naturalmente la celebrazione della mia anagrafica è utile solo a collegarmi in maniera diretta ad un Brand per cui la mia agenzia cura l’ufficio stampa: Vans. Insomma l’assonanza è immediata e spesso anche i giochi di parole: Vins-Vans, Vins per Vans, Vins di Vans…. etc… etc.. Sarà per questa quasi omonimia o per puro gusto estetico che il marchio mi piace così tanto? Me lo chiedo spesso e di fatto credo che siano concause. Quello che è certo è che di rado durante la mia esperienza professionale mi è capitato di entrare in contatto con un universo culturale di persone vicine al marchio così fortemente connotate (o contaminate) dai valori del marchio stesso. In questo caso parliamo di Street Style a 36o°, molto di più di una cultura estetica o ristretta all’abbigliamento, l’area di mercato in cui si muove il marchio, ma di un vero e proprio stile di vita, fatto di abitudini, sport, frequentazioni, gergo e persino link con altri specifici brand immediatamente associati a questo.
E’ in poche parole quello che il sociologo francese Michel Maffesoli identifica come Tribalismo della società Post Moderna (leggete il Tempo delle Tribù, ndr.). All’interno di questo universo è facile e opportuno, nel caso Vans più che in ogni altro, ritrovare e valorizzare il contributo dei cosiddetti Brand Enthusiast: atleti, artisti, professionisti della comunicazione, Vip e semplici consumatori. I migliori spot e attualmente il contributo più efficace al successo di un’azione di comunicazione.
Nel video seguete, oltre al gioco di parole richiamato da un mio collega di lavoro (grazie Fra) e all’altrettanto “poco illuminata” contro-battuta fatta da me (che di solito sono una persona seria), un esempio di questo Street Style di cui parlo e del clima creato dagli Enthusiast.
Interessante sul tema un vecchio, ma ancora attuale, post che ho ritrovato sul blog Social media explorer intitolato: “How to buid a community of Brand Enthusiast“. Nel caso di Vans per molti versi questi passaggi sono già stati fatti ma per la stragrande maggioranza dei marchi si tratta di una paziente costruzione ancora tutta da compiere e molto spesso da comprendere meglio un passo per volta.

Da dove iniziare…


Da qualche parte bisognerà pur iniziare. Diciamo che per questa volta mi faccio uno sconto in nome dell’esordio leggero e senza sfoggio di inutile cultura citazionista. Chissà poi se sceglierei una citazione giusta dalla quale partire. Per ora passo. In futuro si vedrà. Questo blog è nato perchè online ci sia un mio spazio di sperimentazione professionale e non. Qualche pagina in cui riflettere su quello che succede molto più che per otto ore al giorno della mia vita, molto oltre che davanti a una scrivania e per motivi molto più profondi che pagare affitto e bollette. Questo è il mio blog. E vediamo cosa avrò da dire. Sono curioso.