Andamento Ecommerce in Europa, i dati e un consiglio.

C’è una buona notizia per chi vende online: nonostante il periodo di crisi in Europa continua a crescere il fatturato dell’ecommerce (+6% nel 2022).

Nonostante ciò sembra esserci una barriera per molti dei venditori digitali: la capacità di vendere oltre i propri confini nazionali.
Quando si lancia un ecommerce, con la logica dei piccoli passi e della conoscenza del mercato, è plausibile voler partire dal proprio paese. Poi però è opportuno valutare il quadro più ampio per progettare bene i passaggi nel medio periodo. Per quanto ci riguarda la prima cosa che occorre sapere è che l’Italia è tra i paesi Europei con la minore percentuale di popolazione abituata all’acquisto online. “Solo” il 57% del totale (fonte Eurostat, Statista – Altri dati sull’ecommerce europeo li trovate qui).

Se si pensa che in paesi come UK, Paesi Bassi, Norvegia, Svizzera quasi tutta la popolazione (dal 90% in su) compra beni o servizi online è facile comprendere che l’internazionalizzazione sia, in molti casi, l’unica strada strategica per il successo di un Ecommerce.
Sbarcare all’estero però non significa semplicemente tradurre in più Lingue le schede prodotto o i post Instagram. C’è molto di più. C’è la comprensione della cultura, degli interessi e delle abitudini dei target nazionali, la tendenza di alcuni paesi ad acquistare da ecommerce esteri o piuttosto a preferire quelli nazionali. Poi c’è un tema di budget pubblicitario da stanziare e della scelta dei canali giusti in cui promuoversi. Insomma: c’è un lavoro non banale da fare. Tuttavia accedere ad una platea almeno 10 volte più grande di quella italiana può rappresentare la motivazione giusta.
E nel frattempo speriamo che in Italia ci sia un maggiore sviluppo di questo canale d’acquisto.