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5 consigli per costruire un video per LinkedIn

5 consigli per costruire un video per LinkedIn

5 consigli per costruire un video per LinkedIn
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Video is the format!
Con questo mantra affrontiamo anche il 2019 consapevoli che sarà duro ma necessario il lavoro di educational verso i clienti che si rivolgono a noi consulenti di Digital Marketing.

Al principio Video era sinonimo di contenuto da veicolare su You Tube. Poi, con la crescita della navigazione da Mobile dove il video gioca un ruolo determinante, tutto è cambiato.

Qualche anno fa Facebook ha addentato in maniera vorace la fetta di mercato dei creatori (e dei fruitori) di contenuti video online spingendo questo formato sia dal punto di vista degli algoritmi legati al proprio newsfeed sia creando una serie di funzioni collaterali che rendono oggi questo social la seconda repository di contenuti video del pianeta. Sulla stessa onda ci sono anche Instagram, che continua ad ampliare il ruolo giocato dai video con l’ultima nata IG Tv, Twitter, che pur registrando un calo di utenti attivi vede moltiplicarsi del 200% le interazioni legate ai video pubblicati sul canale e LinkedIn, che da qualche mese ha reso possibile la pubblicazione di video direttamente all’interno della piattaforma.

Ce ne abbiamo di tutti i tipi e per tutti i gusti ma mentre gli altri territori sembrano già ben esplorati e con diverse case history a corredo quello di LinkedIn sembra ancora un terreno vergine dove di video ce ne sono molti si, ma ancora legati a montaggi e format “classici” piuttosto che pensati per vivere, parlare e attirare l’attenzione dell’utenza di questo canale.

Scandagliando questo Social Network però si possono trovare diverse case history, ognuna interessante per alcuni aspetti. Eccone 5 con altrettante lezioni a corredo.

1. Non dimenticare l’autenticità

Lo si dice spesso, anzi sempre: “sii autentico” ma non lo si fa mai rincorrendo un’idea di perfezione. In questo caso lo dico anche facendo mea culpa perché è un’aspetto su cui è facile cascare. Alta qualità non deve fare rima con finzione. All’interno dei video che parlano a nome di un’azienda o di un manager o di un professionista deve emergere la personalità. Non è solo quello che dico a fare la differenza ma il cosa di me si capisce in più dal “come” lo dico. Il tono di voce, le parole che uso, il posto in cui sono, persino gli errori che potrei fare mentre parlo. Bisogna parlare allo spettatore portandolo il più possibile vicino a noi o, se preferite andando più vicino a lui. A questo scopo può servire dare consigli ben focalizzati piuttosto che essere troppo generici rispetto all’argomento del proprio business al solo scopo di auto-promuoversi. L’esempio di seguito è molto utile a rendere l’idea.

Source: Brandon Schaefer LinkedIn Channel

2. Racconta cosa sta succedendo nel settore

LinkedIn è utilizzato sempre di più a scopo informativo. Non ci andiamo solo per promuovere le nostre capacità professionali o per cercare partner, clienti e collaboratori. Quasi tutti utilizziamo questo canale anche per restare aggiornati sul nostro settore e in quella direzione lo stesso LinkedIn sta evolvendo dando la possibilità agli utenti di cercare in base a tematiche ed hashtag di pertinenza o di ricevere alert su articoli riguardo argomenti di proprio interesse. Nell’esempio di seguito si parla di Realtà Aumentata (AR) combinando alle immagini un testo che aiuta a rendere tutto più comprensibile anche agli utenti meno ferrati sul tema. Il formato quadrato aiuta ad ottimizzare la resa del video su Mobile.

3. Mostra cosa il tuo prodotto può fare

C’è chi cerca di vendere qualcosa di intangibile infiocchettandolo con belle parole e un montaggio accattivante e chi invece ha la fortuna di poter mostrare più semplicemente le caratteristiche del proprio prodotto. Se appartenete a questa seconda categoria di professionisti potreste mostrare più da vicino i vostri prodotti in azione o servizi nel momento della fruizione magari partendo da un realistico dietro le quinte. In questo caso ad esempio il carrello elevatore viene mostrato in un contesto “estremo” dove la performance è messa in risalto a prescindere dalla qualità del video che, anzi, aiuta a rendere tutto più autentico.

4. Lo Storytelling non muore mai

Abusato o no il concetto di storytelling è alla base della content production per i Social e i video LinkedIn non fanno eccezione. È vero infatti che le relazioni professionali sono fondate su presupposti più razionali e di business appunto ma l’elemento emotivo gioca sempre un ruolo innegabile. È per questo che una storia come quella di un uomo o di una società che attraverso le proprie scelte, ad esempio in ambito CSR, produce un valore per gli altri può fare la differenza.
In generale la narrazione può aiutare a mostrare un prodotto, un servizio, un posto di lavoro o qualunque altro aspetto aziendale in un’ottica nuova, più completa, complessa andando al di fuori del mero rapporto razionale causa-effetto. Quando racconto la storia del percorso che da dipendente mi ha portato a diventare un freelance la percezione che i miei clienti hanno di me e di quello che faccio è differente rispetto a quando mi limito a parlargli dei servizi che posso offrire loro.

5. Usa i video anche nelle inserzioni

Gli annunci su LinkedIn, chi ci lavora lo sa, non costano poco. Il motivo è chiaro: un canale come questo permette, diversamente da Facebook, Twitter o Google di raggiungere gli utenti con un livello di segmentazione elevatissimo. Si può scegliere professione, comparto, carica all’interno dell’azienda, anni di esperienza e quant’altro utile a definire un pubblico ristretto ma iper selezionato e dunque potenzialmente più sensibile ai propri messaggi. Insomma si evita di spendere soldi in click di utenti vicini ad un brand solo parzialmente ma magari poco incisivi perché: non hanno esattamente bisogno del tuo prodotto, non hanno un ruolo decisionale all’interno dell’azienda, non hanno abbastanza conoscenze per poter fruire e comprendere il tuo messaggio.
Terminata l’apologia delle LinkedIn Ads (per cui non becco nulla da LinkedIn, sia chiaro ?) aggiungo che per programmare una campagna a pagamento che funzioni è utilissimo considerare di accompagnare l’annuncio con un contenuto video. Questo perché a differenza di chi magari vede già i tuoi post organicamente in quanto parte della tua rete nel caso degli annunci sponsorizzati si raggiungerà un pubblico nuovo che non conosce l’autore del contenuto. In questo caso un video assolve alla funzione di raccontare e introdurre in maniera sintetica l’azienda e il contesto in cui si opera senza necessità di dover dare troppe cose per scontate.
Infine bisogna ricordare che un video sponsorizzato offre una serie di metriche aggiuntive che possono svelarci la sua efficacia non solo in termini di visualizzazioni ma anche di percentuali di completamento della visione.

Ads LinkedIn Video

Concludendo potremmo dire che anche su LinkedIn “un video vale più di mille parole”… e, battute a parte, può far realmente pendere a proprio favore l’opinione e soprattutto la memorabilità che un utente avrà riguardo l’azienda che lo ha veicolato.
Bisogna inoltre ricordare che, diversamente da Facebook, i video nativi su LinkedIn non sono ancora abbastanza sfruttati dalle aziende per cui possono diventare un fattore differenziante che porterà ad emergere i post sbaragliando dalla concorrenza ferma ancora alle immagini statiche.

Vincenzo Dell'Olio

Nei 20 anni di esperienza nel settore della comunicazione e del markerting digitale ha ideato e seguito le strategie di grandi Aziende come Volkswagen, Audi, Parmalat, Bonomelli, Rai, Monster, Sony Mobile, Vans, Red Bull. Dal 2015 è docente per il corso di Social Media e Web TV all’Università IULM di Milano. Dal 2021 insegna Digital Content Strategy allo IED. Scrive tanto, analizza di più, non è immune dalle serie tv. Sociologo, di base.