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30 branded content sulla Banana di Cattelan

30 branded content sulla Banana di Cattelan

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Uno si chiede “ma questa è arte?”. È già successo, capiterà ancora. Ce lo siamo domandato davanti alla scatola di fagioli Campbell di Andy Warhol, guardando l’orinatoio di Duchamp o studiando attentamente il vasetto “merda d’artista” di Piero Manzoni.

La risposta è sempre la stessa: Si. L’arte è l’atto di dare forma ad un pensiero, qualsiasi esso sia. L’arte non deve essere bellezza, non necessariamente tecnica convenzionale, non può essere ridotta o esaurita con una spiegazione verbale poiché linguaggio essa stessa, da sola.

L’arte è emozione, creatività, espressione ma quel che mi colpisce di più, l’opera d’arte è materia viva, mutevole in base al contesto storico, a quello sociale, alle reazioni e alle interazioni con media, massa, artisti e persino brand.

Comedían, l’opera di Maurizio Cattelan e David Datuna, l’artista che mangia l’opera definendola una performance artistica.

La banana di Cattelan appesa ad un muro con dello scotch può essere arte dunque. E questa volta è un’affermazione. Diventa poi arte di massa nel momento in cui un altro artista la disfa, anzi, la mangia e tutti i media ne parlano. Diventa arte di massa e social nel momento in cui centinaia di marchi e attività commerciali di ogni dimensione ne prendono in prestito l’iconografia per raccontarsi.

Ecco 30 branded content che declinano in diversi settori l’opera d’arte da 120 mila dollari: da Peugeot a Lidl passando per Vasco Rossi, McDonalds, Durex e l’ormai immancabile Taffo.

Vincenzo Dell'Olio

Nei 20 anni di esperienza nel settore della comunicazione e del markerting digitale ha ideato e seguito le strategie di grandi Aziende come Volkswagen, Audi, Parmalat, Bonomelli, Rai, Monster, Sony Mobile, Vans, Red Bull. Dal 2015 è docente per il corso di Social Media e Web TV all’Università IULM di Milano. Dal 2021 insegna Digital Content Strategy allo IED. Scrive tanto, analizza di più, non è immune dalle serie tv. Sociologo, di base.