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Archives Febbraio 2018

5 video virali dai Top Brand USA a Gennaio 2018

Con questo post inizio a pubblicare una serie di contenuti verticali sul mondo dei Social Video. Un osservatorio utile a mappare i linguaggi video più performanti sui social e le caratteristiche differenzianti in diversi ambiti di contenuto o target.
Analizzerò diversi settori a volte selezionando pagine internazionali altre volte regionalizzando l’analisi alle pagine Italiane.
Per iniziare ho scelto di selezionare i 5 video con maggiore portata virale nel mese di Gennaio tra quelli pubblicati su Facebook dai brand statunitensi con maggior numero di fan e interazioni. Due i parametri considerati per effettuare la selezione: numero totale di share registrati dal post e rapporto tra Like e Share che sono mediamente di 10 a 1. In questo caso un rapporto più favorevole agli share mostrerebbe quanto gli utenti, decidendo di interagire con un post, preferiscano di più rispetto alla media effettuare una condivisione piuttosto che un semplice like.
Queste le 30 Fan Page analizzate:
Best Brand Facebook US
In prima posizione per volume di interazioni generate nel primo mese dell’anno c’è questo post di Taco Bell, brand in assoluto tra i più ingaggianti al mondo su Facebook. Da notare, oltre ai 130 mila share registrati dal video, anche la predominanza degli stessi rispetto alle reaction. Sintomatico il format scelto per raccontare il prodotto servito nella catena di fast food ovvero quello preso in prestito dagli “How to” legati alle ricette con la narrazione visiva e testuale delle varie fasi di preparazione del prodotto.

Restiamo nel settore food and beverage con un post della pagina della bibita Mountain Dew.
Una battaglia rap “definitiva” rispetto a tutte le Battle tipiche di questa cultura musicale con due testimonial celebri imprevedibilmente prestati al genere musicale. Anche in questo caso gli share surclassano le reaction.

Al terzo posto per numero di share il trailer di una nuova serie NetflixThe End Of The F***ing World“. Guardatelo e se siete grandi appassionati di serie tv o anche semplicemente di storie fuori di testa vi sfido a non volerlo condividere con il vostro gruppo di amici serial dipendenti. Inutile dire che qui come per i video precedenti il rapporto Reaction vs Share pende a favore delle condivisioni.

Arriviamo alla posizione numero 4 tralasciando però un altro trailer, questa volta di un film, prodotto sempre da Netflix (ritengo superfluo soffermaci su un tipo di contenuto difficile da replicare poiché tratto da un prodotto che è appunto Video come una serie o un film). Torniamo nel mondo food raccontato da Bud Light, questa volta con un video da 15 secondi dedicato ai New England Patriots che stavano per affrontare la sfida più grande di tutte, quella (poi finita male) del Superbowls. Pur essendo un post targettizzato su una piccola parte del proprio pubblico, i tifosi della squadra di football, il video registra il doppio delle condivisioni rispetto alle reaction. (nota tecnica: in questo caso era limitata la condivisione dalla pagina originale per cui ho ricaricato il video su una delle mie pagine Facebook. Trovate sotto lo screenshot con testo originale e numero di interazioni).

E arriviamo alla posizione numero 5 con l’evergreen dei format video virali su Facebook. L’abbiamo già citata in apertura e, giusto per non smentirsi, la ritroviamo qui nel suo modello più classico: la video ricetta con ripresa zenitale. Autore: Dr Pepper in collaborazione con Tasty. In questo caso gli share non superano le reaction ma si il rapporto resta comunque superiore alla media, certificazione di viralità.

Nota metodologica: 
tra i post citati mancano alcuni dei video che hanno registrato ottime performance nel mese di Gennaio non essendo accessibili solo a livello locale negli USA e dunque non visualizzabili anche dalla mia postazione italiana. 
 
 
 
 
 

I migliori brand moda su Facebook nel 2017

Best-Fashion-Brand-on-Facebook
Alta moda uguale alto ingaggio social? Sembra proprio di si.
Ho raccolto i dati principali delle performance Facebook dei principali marchi di settore a livello mondiale in un’infografica che rende l’idea dei volumi generati online dai brand top.
Qualche dato saliente per punti:

  • Louis Vuitton e Chanel sono certamente i brand di maggiore successo
  • Giorgio Armani è il marchio più attivo nella produzione di contenuti Social
  • Tommy Hilfiger è, dopo Louis Vuitton, la pagina che produce i singoli contenuti i più graditi dagli utenti.
  • I primi 10 brand in classifica registrano fan base sopra gli 8 milioni di fan
  • I volumi di interazioni sono abbastanza variabili come differente è la portata delle pagine ma, se partiamo dalle oltre 4,2 milioni di interazioni di Vuitton a cui è difficile arrivare, possiamo considerare come un parametro medio tra le pagine top: 600 mila interazioni annue totali nella somma tra Reaction, Share e Commenti. Qualcosa come 50 mila interazioni medie al mese.
  • I ritmi di pubblicazione non sono vertiginosi e anche se brand come Armani pubblicano più di 50 post medi al mese la media del settore si aggira attorno ai 9 post mensili.
  • I ritmi di pubblicazione insieme allo studio della maggiorate dei post di maggiore successo testimoniano un’elevatissima attenzione alla qualità dei contenuti.
  • Infine sono 5,2 mila le interazioni medie che ogni post dei top brand di questo settore può aspettarsi.

Ed ecco un po’ di grafici!
Best-Fashion-Brand-on-Facebook-Engagement 2017

Smart home: in Italia mercato da 250 milioni ma non ancora maturo. #OIOT18

#OIOT18 - Osservatorio smart home
I dati della Ricerca Smart Home 2017-18 dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano mostrano una crescita del +35% del mercato che passa dai 185 milioni del 2016 a 250 milioni di euro di valore nel 2017.
Cosa si acquista di più?
Videocamere e kit legati alla sicurezza, caldaie e termostati e grandi elettrodomestici (in particolare le lavatrici). In quest’ultimo caso però vale la pena citare un dato esemplificativo dello stato di maturità del settore: solo il 15% degli acquirenti utilizza effettivamente le funzionalità smart del dispositivo acquistato, per mancanza di informazione sui possibili vantaggi o per mancanza di cultura sul tema.
mercato-iot-italia-2017-valore-dispositivi
Le principali barriere alla diffusione e all’utilizzo dei dispositivi di Internet of Thing per la casa riguardano: il valore dei servizi offerti, la possibilità di un’installazione semplice o inclusa e la percezione/notorietà dei brand presenti sul mercato. In quest’ultimo caso va rilevato l’assenza degli OTT quantomeno in Italia.
Dall’analisi dell’Osservatorio emerge come da una parte il consumatore vorrebbe affidarsi alle professionalità del settore, dall’altro, lato installatori, emerge una mancanza di propensione al cambiamento e la sensazione di non essere abbastanza informati sul tema.
Smart-home-iot-il-consumatore-analisi-doxa
Anche per questo pur essendo la filiera tradizionale (installatori, architetti, costruttori edili) il principale canale di acquisto di un dispositivo IoT questo cresce in maniera meno veloce rispetto al canale dei Retailer e degli eRetailer. Sempre più consistente la presenza tra gli attori del mercato di Assicurazioni che offrono soluzioni o servizi e polizze legate all’utilizzo dei dispositivi smart in casa. Nell’ultimo anno infine si registra l’ingresso nel mercato di Telco e Utility con una prima strutturazione dell’offerta forte di alcuni punti forti propri del mercato: base clienti già attiva, presenza capillare, possibilità di rateizzazione semplice in bolletta della spesa IoT.
mercato-smart-home-canali-vendita
Comparando il mercato italiano a quello internazionale è evidente il “ritardo” del nostro paese in questo comparto testimoniato, tra i diversi fattori, dall’assenza di uno dei dispositivi già affermati ad esempio negli USA: l’assistete vocale, attualmente ripartito nel duopolio tra Amazon e Google con Apple che si affaccerà sul mercato nel 2018.
Mercato-smart-home-internazionale-assistenti-vocali
In sintesi per descrivere lo scenario del nostro paese in materia di Smart Home possiamo dire che, mentre oggi si parla generalmente di singolo dispositivo, domani, come ha affermato durante l’evento di presentazione dei dati Marco Landoni, Direttore Marketing di Edison Energia, si dovrà arrivare a parlare meno di tecnologia e più di vantaggi pratici legati alla stessa e di ecosistema connesso in cui le tecnologie lavorano e dialogano fra di loro (es. il ciclo di lavaggio della lavatrice parte quando il sistema di generazione di energia dai pannelli solari è al massimo). La comunicazione focalizzata sui vantaggi, le partnership tra operatori, la formazione di reti di installatori e il push legato agli investimenti di grandi operatori dovrebbe portare a salire quel gradino che ancora manca in questo comparto. L’ultima fotografia che ci tengo a condividere riguarda uno dei dati presentati da Doxa sulla conoscenza del tema Smart Home, quasi metà degli italiani (il 45%) non sa cosa sia e chi dichiara di non possedere nessun oggetto smart in casa per lo più ammette di non sentirne la necessità o non averci nemmeno mai pensato piuttosto che di non comprenderne i benefici. Tuttavia quasi un utente su 3 ammette che penserà ad un acquisto in questa direzione in futuro. È da questo che occorre partire.
perchè-non-acquista-dispositivi-smart-home-resistenze-doxa
 


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